Rubriche/di Piero D’Errico

“Poi improvvisamente l’estate finiva, da ponente arrivavano grandi nuvole grigie cariche di pioggia e gli odori acri della pineta, si trasformavano in folate di vento freddo”.

Finiva così quell’estate, nel film di tanti anni fa che continuo a rivedere con gioia.

L’estate finisce sempre così, lasciando intorno tanta malinconia e lasciando a me il dispiacere di concludere “un appuntamento”   che spero abbia fatto un po’ di compagnia.

Fu così che l’estate volò via e io e tanti altri, del suo arrivo neanche ce ne siamo accorti. Ora ci tocca salutarla.

Succede quasi sempre di aspettare l’estate per tanti mesi, aver voglia di libertà, camicie a fiori, fare tardi la sera.

Succede di fare progetti che è ancora inverno, viaggi, gite, posti nuovi, ci metti dentro tutto, forse troppo.

Succede di sognare trattorie all’aperto con tovaglie a quadri e travolgente musica popolare, divertimento e balli, o sognare lussuosi ristoranti dove il silenzio è rotto soltanto dal cin cin di calici che si beccano.

Succede di sognare l’ombra di una pergola con grappoli d’ uva bianca appesi e barbecue fumanti.

Succede poi che appena  ti accorgi che è arrivata,  è già sparita e ti accorgi che l’attesa è sempre più bella dell’estate stessa.

Succede sempre così, la mia è stata anonima, con tanti appuntamenti che a loro volta si erano dati appuntamento con qualche temporale.

In spiaggia l’ultimo ombrellone è stato chiuso, il cielo è grigio, le onde si sono allungate sino ad arrivare dove prima c’erano gli ombrelloni.

A quest’ora c’era il sole ed ora è quasi buio.

Ci mancherà il mare, il dolce suono delle onde che sbattono, il suo luccicare sotto i raggi del sole, quella musica, quella canzone che ci farà ricordare quell’estate, quei momenti, quell’età e non potrà non farci riflettere sul tempo che passa veloce, lasciandoci dietro un’ estate in meno.

Il tempo di dare uno sguardo al cielo: in mezzo una nuvola grigia carica di pioggia e di malinconia.

L’estate è finita, cominciano a scorrere i titoli di coda, si riprende la vita di sempre, la vita popolare ed è già tempo di pensare alla prossima.

Distratto da una campagna elettorale, non avevo nulla di pronto  da raccontare ma non ho mai avuto paura che la domenica mi scoprisse impreparato.

Ho una raccolta di racconti di qualche anno dopo il 2000, una raccolta mai pubblicata.

Ho usato solo qualche “pezzo” di quella raccolta, quella raccolta che avrà il compito di farmi continuare ancora ad esserci senza  più esserci.

Ci siamo fatti un po’ di compagnia, ci siamo raccontati e forse conosciuti.

Ringrazio il direttore del giornale a cui va la mia stima infinita e voi lettori che siete l’unico motivo per cui continuo a scrivere.

Le mie storie, i miei racconti li poggio qua davanti a noi, in attesa che vengano coperti da tanti altri magari più belli.

Nel frattempo, un abbraccio a tutti voi, un forte CIAO e baci, baci, baci.

Sabato 24 settembre 2022, ore 21.00.

Dalla mia vita è tutto.