Cronaca/di pietro zurico
Cui prodest? E’ questa la domanda da farsi sulla vicenda trasporto urbano locale. A chi giova? Sicuramente alla ditta Vincenzo Tundo srl che si ritrova a gestire ancora, pur non avendone da tempo i requisiti e con automezzi da città dei balocchi, un servizio da circa 480.000 euro l’anno metà dei quali pagati con i soldi dei cittadini galatinesi.
Ma la ditta Tundo, da sola, avrebbe potuto fare ben poco se non fosse stata spalleggiata da una classe politica che ne ha combinate e continua a combinarne di tutti i colori.
Si spiega così anche il perché della seconda domanda: chi è oggi il manovratore? Aggiungiamo anche che se il fine non è quello (e chiaramente non lo è) di favorire il cittadino allora bisogna chiedersi cosa spinge il manovratore a mantenere in vita un servizio a dir poco indecente per la città.
Prima di giungere all’atto finale della vicenda che è la delibera n.396 del 30 dicembre del 2022 una rinfrescatina alle incongruenze (è un eufemismo) del passato è bene farla.
Nel luglio del 2021 l’allora Amministrazione Amante in ottemperanza alle disposizioni regionali invitò la Ditta Tundo Vincenzo, gestore del servizio di trasporto pubblico locale, in regime di proroga, a presentare regolare fideiussione e documentazione idonea per rinnovare la proroga sino 31 dicembre 2022.
La Ditta pur dichiarandosi favorevole alla gestione in proroga non si fece viva e non presentò alcunché. Fu conseguenziale da parte dell’Amministrazione declinare l’offerta di rinnovo nei termini indicati dalla regione Puglia ed avviare, tramite Avviso Pubblico, una indagine di mercato per manifestazione di interesse di partecipazione alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio in oggetto.
Nel frangente la Ditta Tundo si rese responsabile di altre omissioni tipo l’omesso pagamento di alcune mensilità (quattordicesima compresa) ai propri autisti tanto che si rese necessario l’intervento sostitutivo del Comune per onorare le inadempienze salariali.
La cosa strana, molto strana, se non assurda, è che, come successo per i parcheggi, anche in questo caso senza alcun titolo autorizzativo l’azienda ha continuato tra il silenzio generale e connivenze varie di uffici e politica, a svolgere il servizio e soprattutto, cosa ancor più grave, ha continuato ad incassare i ratei del canone regionale e comunale (circa € 240.000 annui a testa). Più che la stranezza o assurdità della cosa ci sarebbe da chiedersi quanta legalità possa esserci mai stata in tutta questa vicenda. Ma lasciamo questo aspetto a chi di competenza.
Le stranezze, o assurdità, non si fermano, però, qua perché questa storia continua sino all’ottobre del 2022, anno e mese in cui è prossima la scadenza della proroga di cui alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 1256 del 28 luglio 2021, e la regione Puglia è intervenuta con proprio atto di indirizzo autorizzando i Comuni, qualora fossero rispettati determinati requisiti in capo alle aziende gestori del servizio, di adire alla concessione di ulteriore proroga della durata quadriennale.
Ma come poter prorogare la gestione di un servizio senza che vi sia stata una regolare proroga della gestione dello stesso, si saranno chiesti a Palazzo Orsini e zone limitrofe. Ed Ecco la genialata da premiare con l’oscar delle castronerie. Il 04 ottobre del 2022 con la delibera n. 263 cancellano, con un colpo di spugna, un anno e mezzo di irregolarità.
Si scrive in quell’atto che siccome la Ditta Tundo il 12 dicembre del 2021 ha pagato gli stipendi (forse volevano scrivere che il comune ha trattenuto quanto anticipato dai soldi dei ratei del canone, che peraltro non doveva essere corrisposto vista l’irregolarità della gestione) e siccome aveva anche presentato la fidejussione “occorreva disporre la revoca in autotutela (…) della deliberazione della Giunta Comunale n. 324 del 09.11.2021 (quella della revoca della proroga ndr), essendo venuti meno i motivi che hanno disposto l’adozione del citato atto”
Di conseguenza hanno deliberato di disporre la proroga del servizio sino al 31 dicembre del 2022 ed addirittura con decorrenza retroattiva dal luglio del 2021 quando l’azienda non possedeva i requisiti per ottenere detta proroga.
Non aveva i requisiti né tecnici, né economici. Né tecnici in quanto il parco automezzi era ed è tutt’ora obsoleto ed inadeguato per svolgere un servizio così oneroso per la città. Con quanti automezzi, e quanta sicurezza degli stessi, si sta volgendo un servizio che costa alla comunità ben 480.000 euro?
Che non avesse i requisiti economici ce lo dice la stessa Giunta comunale che, nel controllare se la Ditta Tundo Vincenzo avesse i requisiti previsti dalla regione Puglia per poter essere soggetto destinatario della nuova proroga quadriennale dichiara: “non percorribile l’ipotesi della proroga ipotizzata dalla Regione Puglia per il mancato verificarsi di entrambe le condizioni (…) non rivenendosi pertanto nel caso di specie le condizioni legittimanti l’utilizzo della proroga“.
Nello specifico le due condizione per poter essere destinatari della proroga quadriennale erano che il rapporto tra gli investimenti programmati ed il costo del servizio complessivo avrebbe dovuto avere un periodo di ammortamento superiore alla durata della proroga medesima. Ossia se il costo del servizio in quattro anni fosse di 2 Mln di euro l’investimento avrebbe dovuto essere, per rendere l’idea, di almeno 3 Mln.
La seconda condizione è che il valore economico dell’aumento di prezzo della proroga non deve eccedere il 50 per cento del valore del contratto iniziale. Detto valore era già stato ampiamente utilizzato con le proroghe precedentemente disposte ragion per cui ex lege era preclusa la possibilità di disporre ulteriore proroga del contratto.
La Società, come rilevato dalla Giunta comunale, non era, quindi, in possesso dei requisiti utili per poter essere destinataria del rinnovo della proroga e non lo era ancor più nel 2021 pur tuttavia ciò non ha impedito che nel 2022 le fosse prorogata addirittura con decorrenza luglio 2021. quanto già negato nel 2021.
Nonostante tutto ciò la città si ritroverà ancora la ditta Tundo Vincenzo a gestire il servizio di trasporto urbano poiché la Giunta Comunale vistasi sbarrata la strada della proroga quadriennale, con la solita manfrina della non interruzione del servizio pubblico, ha deliberato di assegnare alla Società una proroga tecnica nelle more della predisposizione di apposito progetto per l’espletamento della procedura di gara per l’affidamento del servizio in via autonoma nell’attesa dell’attivazione di quello da parte dell’ATO Lecce.
Ora per quanto riguarda l’ATO se l’esempio di riferimento potrebbe essere il bando per la raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani stiamo proprio freschi. Se invece il riferimento dovrà essere la durata media di una gara diciamo che almeno per un anno e mezzo ci sta da mettersi il cuore in pace. Considerando che la proroga tecnica può avere durata massima di 6 mesi figuriamoci quante altre proroghe dovranno essere fatte prima di giungere al capolinea e di conseguenza continuare a spendere 480.000 euro annui per un servizio che servizio non è e che serve solo ed esclusivamente a tenere a galla una società che fa acqua da tutte le parti.
Ecco perché è legittimo chiedersi e chiedere: “cui prodest oltre alla Società?”.