Ieri pomeriggio, nella sede dell’Ordine, la presentazione del libro a lui dedicato.

Eventi/di Comunicato Stampa

Si è svolta ieri pomeriggio, nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, la presentazione di “Antonio Ghirelli – Il mestiere più bello del mondo” (Les Flaneurs Edizioni), il volume che ricorda la vita professionale del celebre giornalista e scrittore napoletano, scomparso all’età di 90 anni il 1 aprile 2012.

All’incontro, moderato dal giornalista Enzo Tamborra, hanno partecipato il presidente dell’ordine Piero Ricci, l’opinionista sportivo Antonio Di Gennaro, il curatore del volume Guido Ghirelli e il giornalista Rai Giampiero Bellardi. La figura di Ghirelli è stata ricordata anche attraverso le parole di Vincenzo Impicciatore e dei giornalisti Lino Patruno, Enzo Quarto (che ha pure letto un passaggio del libro) e Nicola Zuccaro.

Il volume ripercorre la straordinaria carriera di Ghirelli, giornalista-innovatore del secolo scorso, già capo ufficio stampa di Sandro Pertini e direttore di Tg2 e Corriere dello Sport. Dalla passione per il calcio alle esperienze politiche, attraversando importanti periodi storici per il nostro Paese come il Dopoguerra e gli Anni di piombo. Un vero e proprio “viaggio” attraverso le interviste di chi lo ha conosciuto, le testimonianze dei tanti talenti che ha saputo scovare e valorizzare, i ricordi dei numerosi colleghi che hanno lavorato con lui. Il volume-omaggio raccoglie anche una speciale selezione dei suoi articoli più interessanti, con preziosi inediti che rivelano campi non conosciuti della sua vena artistica (teatro, cinema, televisione, poesia) e testimoniano l’amore per la sua Napoli, oltre che la sua grande umanità verso il prossimo.

Questo lavoro, curato dai figli Guido e Massimo Ghirelli, è nato grazie all’affetto tenace di Vincenzo Impicciatore, esempio della particolare attenzione del giornalista napoletano per i giovani, non solo per i lettori destinatari delle sue innovazioni e invenzioni nel mondo dell’informazione, ma anche per gli aspiranti professionisti di quello che Ghirelli considerava il mestiere più bello del mondo: il giornalismo.

«Ghirelli, anche quando diceva cose estremamente seriose e importanti, aveva sempre questo sorriso che ti rilassava – ha detto Enzo Tamborra -. E poi aveva una grandissima capacità di spiegare le cose: quando lui parlava, capivo tutto. Mi ha colpito in maniera straordinaria la chiarezza dei suoi messaggi: spiegava tutto, anche le cose più complicate, con parole estremamente semplici. Ci sono tanti giornalisti bravi, ma in pochi sono in grado di trasferire quello che hanno dentro. E Ghirelli sapeva farlo».

«Antonio Ghirelli era una persona di grande cultura, anche se l’incontro di oggi si focalizza soprattutto sul suo periodo di direttore di quotidiani sportivi – ha detto Piero Ricci -. Non poteva che essere un uomo di cultura come Ghirelli ad essere poi un maestro di giornalismo (anche sportivo), perché ritengo che il giornalista sportivo non sia un cronista qualsiasi».

«La passione, l’energia e l’entusiasmo erano gli aspetti che ho sempre maggiormente colto in mio padre» ha detto Guido Ghirelli, che ha poi spiegato come questo libro nasca «a Bari, grazie all’idea e all’affetto di Vincenzo Impicciatore, carissimo amico di mio padre e della nostra famiglia, e dell’editore Alessio Rega. Bari ha anche un senso come questione meridionale: mio padre amava molto il calcio e la politica, ma la storia di Napoli era una sua grande passione, su cui ha scritto dei libri molto belli. Lui cercava di descrivere il Sud nelle sue debolezze e nei suoi problemi, anche nella sua forza, nella sua cultura, nella passione che fa parte della popolazione meridionale. Papà aveva un’energia, una voglia di scrivere, studiare, documentare, leggere e pubblicare fuori dal comune. Il libro racconta un’intera generazione: nel 1922, oltre a mio padre, sono nati anche personaggi come Pasolini, Fenoglio, La Capria, Franco Rosi, Patroni Griffi, Gassmann, Vianello, Berlinguer, Margherita Hack e Margherita Agnelli. Secondo me non è un caso: queste persone avevano 23 anni nel 1945 e avevano un’enorme voglia di uscire dalla guerra e dal fascismo. L’Italia è venuta fuori grazie a loro».

«Ricordo Antonio come se fosse ieri – ha detto Vincenzo Impicciatore -. Di lui manca quell’empatia che riusciva a mostrare: lui ti ascoltava e ti faceva essere te stesso, ti faceva dire le cose che veramente provavi. Quando chiamavo, lui era sempre disponibile, anche se lavorava come capo ufficio stampa del presidente della Repubblica. E questo lo faceva con tutti. Per me è stato un secondo padre. Non si è mai rifiutato di ascoltare nessuno».

«Il personaggio di Ghirelli rappresenta la sua grande umiltà. È stato un fuoriclasse per tutta la categoria. Ha inventato i “titoli urlati” ma è rimasto sempre nei canoni e nel rispetto: ecco perché è stato sempre apprezzato» ha detto Antonio Di Gennaro.

«Questo bellissimo libro mi ha fatto conoscere meglio quell’Antonio Ghirelli che non ho avuto mai il piacere di conoscere di persona pur leggendo sempre i suoi articoli e i suoi editoriali– ha detto Giampiero Bellardi –. Ho scoperto un Ghirelli non solo giornalista, ma anche scrittore, sceneggiatore e poeta».

Breve biografia

Antonio Ghirelli è nato a Napoli il 10 maggio 1922. Durante la guerra di liberazione dall’occupazione nazi-fascista è stato partigiano combattente. Nella sua lunga carriera ha diretto Tuttosport, Il Corriere dello Sport, Il Globo, L’Avanti! e Il Mondo. È stato direttore del Tg2, ma anche capo ufficio stampa del presidente della Repubblica Sandro Pertini e portavoce dei governi Craxi. Ha scritto racconti, romanzi e saggi storici, tra i quali “Storia del calcio in Italia”, “Storia di Napoli”, “Napoli italiana”, “Caro Presidente”, “Tiranni”, “Un certa idea di Napoli”.