Rubriche/di Prof. Luigi Mangia
Sono passati 78 anni dal 25 Aprile del 1945, da quando il nostro Paese venne liberato dalle truppe naziste, alleate del regime fascista , di Benito Mussolini. Fu la vittoria dei contadini, degli operai, degli intellettuali, degli studenti e delle donne, insomma di tantissima gente che ha creduto e lottato per dare e per avere voce di libertà.
Il 25 Aprile è la vittoria dell’ antifascismo che diede all’Italia la costituzione antifascista. La guerra dei fascisti fu storia violenta e guerra irrispettosa delle leggi di guerra internazionali. I fascisti infatti si macchiarono di crimini di guerra ma i processi non furono svolti. I documenti per lungi anni rimasero negli armadi chiusi contro i muri per impedire agli storici di fare la storia e ai magistrati di svolgere i processi.
La storia dell’Italia é storia incompiuta con molte ombre e la destra le sfrutta oggi per non riconoscere l’antifascismo della costituzione. Molti capitoli della storia del ventennio sono incompleti, di mezza verità. Stabilire le distanze dal fascismo, avere conoscenza degli eventi, liberarsi dei nomi famosi del regime non é facile perché nelle nostre città ci sono strade intitolate ai fascisti e piazze con monumenti come per esempio quello al generale Rodolfo Graziani, vice re dell’Etiopia accusato di crimini di guerra.
Del regime fascista una delle pagine più orrende sono quelle delle leggi razziali. Tra le firme del comitato scientifico troviamo quella dello scienziato Niccolò Pende, nato a Noicattaro di Bari, il quale fu professore nelle università di Messina, di Genova, Firenze e Roma e nel 1926 fu nominato Rettore dell’università Adriatica di Benito Mussolini. Lo studioso pugliese con le sue ricerche sostenne il fondamento scientifico della superiorità della razza fascista rispetto a quella ebraica e teorizzò l’omosessualità come malattia.
Niccolò Pende teorizzó il razzismo scientifico quale esperto di endocrinologia. Lo scienziato Niccolò Pende ora è sepolto nella chiesa matrice di Noicattaro sotto l’altare e l’istituto scolastico comprensivo del paese porta il suo nome. Ora mi chiedo : quanto pesa questa figura nella storia e soprattutto nella cultura? E quanto studio bisogna fare ancora per liberare le nuove generazioni dal pericolo del ritorno della cultura fascista, pericolo che in questi giorni é stato correttamente evidenziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La scuola è la cultura sono chiamate a svolgere un grande compito nella ricerca e nella formazione per colmare i vuoti e superare le ombre che pesano ancora sul presente del paese. Benito Mussolini ebbe largo consenso tra gli intellettuali e fu assecondato anche dall’arte ma ci fu chi si oppose. A Galatina in piazza Dante Alighieri la scultura in bronzo di Gaetano Martinez con il piede schiaccia la faccia di Benito Mussolini per dimostrare il rifiuto e la distanza dal duce. A Galatina ora governa la destra ma la nostra città non é fascista.