Rubriche/di Piero D’Errico
C’era un cielo che sembrava dipinto
ed una luna di un colore spento,
una nuvola gli si metteva davanti
spinta dall’aria e dal respiro dei venti.
Ed io che tornavo verso casa
con i libri e la busta della spesa.
Ero passato da un “Alimentari”
un po’ di spesa, spumante e dolci vari.
Domani è la mia festa il mio compleanno
a ricordarmi che è già passato un anno.
Saremo una trentina di persone
la mia classe ed i miei amici di pallone,
saremo tutti insieme a festeggiare
a ridere, scherzare e poi brindare.
C’era un giardino verde ed alberato
tutto un profumo, tutto curato,
stesi dei palloncini colorati
strisce di carta e addobbi poco usati.
Al centro un tavolo con mille cose buone,
tante pietanze e frutta di stagione.
C’era la torta fatta da mia mamma
uova, farina, cioccolato e panna
e sopra scritto con zucchero a velo:
“Buon compleanno Piero”.
Tutto era pronto, tutto organizzato,
ogni particolare, ogni invitato.
Solo di tanto in tanto guardavo su nel cielo,
sempre più blu, sempre più nero.
Cominciarono ad arrivare gli invitati,
tutti eleganti, tutti profumati.
E furon baci e abbracci al festeggiato,
pacchetti colorati sparsi sul prato.
Cominciai ad aprir tutti i regali
tante collette e frasi quasi uguali,
m’accorsi che qualche lacrima era scesa
per il pensiero, l’affetto, la sorpresa.
In mezzo a canti e cori al festeggiato
ci dirigemmo al tavolo imbandito.
Avevamo cominciato ad assaggiare,
tanti sapori dal gusto originale,
quando un lampo illuminò la festa
e tutto quanto intorno fu tempesta.
Il vento spazzò via piatti e bicchieri
lanciandoli veloci lungo sentieri
poi fece rotolar tavoli e sedie
tra foglie, rami e fiumi di macerie.
Fu così che finì quella mia festa
in quell’anno di esami e di protesta.
L’indomani ci trovammo tutti a scuola
solo risate, neanche una parola,
ma poi tutti insieme a ricordare
quella torta nell’ acqua galleggiare.
Ed oggi a quasi cento primavere
ho incontrato un vecchio amico delle medie.
Siamo stati un po’ di tempo a chiaccherare
del più, del meno, del tempo che rimane,
ma ad un tratto ci ha sorpreso un temporale
giacca, cappello e scarpe da asciugare.
Quella sera finimmo tardi la serata
mezzanotte da un pezzo era passata,
eravamo rimasti a ricordare
quella festa sotto quel temporale.
Eravamo ancora ragazzini
con la speranza e i sogni ancora vivi,
e tutti quanti a correre nel fango,
in una notte che se ne stava andando.
Poi la vita ha fatto in fretta la sua corsa
togliendo il fiato e a volte anche la forza,
ma quella festa è ancor nel nostro cuore,
un ricordo lontano che non muore.
Era molto che non ridevo tanto
ma quella sera fu sorriso e fu anche pianto.