Cronaca/di Marcello Amante consigliere comunale “Galatina in Movimento”
“La superficialità e l’approssimazione, spesso ai limiti della irregolarità o illegittimità, che stanno caratterizzando l’attività dell’Amministrazione Vergine sin dal suo insediamento è sin troppo evidente e sotto gli occhi di tutti.
Più volte e da più parti, compresa la mia, è stata evidenziata la scarsa attitudine di questa Amministrazione a tutelare gli interessi generali della città, che anzi nell’ anno trascorso, con determinazione ha perseguito un’attività finalizzata a “premiare” ex candidati e/o sostenitori dell’ultima campagna elettorale con incarichi, prebende o agevolazioni “ad personam”, assegnati spesso con una velocità impressionante (come successo per il Progetto Fiera).
Un modus operandi a tutela degli “amici” che ritengo sia un ritorno a vecchi modi di ricerca del consenso basati su clientele che nulla hanno a che vedere con quell’interesse generale che è stato il principio cardine della mia Amministrazione e che tale dovrebbe essere per chiunque abbia il privilegio di amministrare.
Se poi si amministra la cosa pubblica come fosse privata in barba a qualunque tipo di norma si aggiunge il tassello della poca trasparenza se non proprio dell’illegittimità a un quadro che già non è dei più rosei.
L’ Amministrazione, dopo un anno di attività, stenta a far propri questi principi e gli esempi che potrei porre all’attenzione dei galatinesi non sono pochi però scelgo una questione semplice ma che definisce chiaramente ed inequivocabilmente la totale ignoranza delle più basilari regole amministrative : la gestione dei bagni pubblici.
Da qualche settimana, dopo una pur apprezzabile ristrutturazione, per accedere è necessario il pagamento di un corrispettivo tramite gettoniera che, a quanto mi risulta, non è dotata di un contatore automatico.
Ora è necessario che io e voi iniziamo a porci qualche domanda perché sono le domande che chiariscono le questioni ombrose e qui, più che di ombra, parlerei di buio pesto.
Cominciamo: chi ha definito le tariffe di accesso ai bagni pubblici? Chi è deputato a gestire gli incassi? Quali sistemi di controllo sono stati posti in essere per la misurazione degli incassi?
Non esistendo, ad oggi, alcun atto deliberato in tal senso, queste domande all’apparenza banali, rimangono ovviamente senza risposta.
Una riflessione va fatta poi sull’opportunità di introdurre un ulteriore balzello a carico di cittadini e turisti per usufruire di un servizio pubblico che personalmente non condivido, decisione che conferma la percezione generale che chi oggi amministra, non ha alcuna intenzione di far godere anche i cittadini dell’indiscusso miglioramento dello stato dei conti, risultato raggiunto nei cinque anni della mia Amministrazione con in sacrifici di tutti i galatinesi ai quali non è stato concesso nemmeno alcun beneficio in termini di congrue riduzioni Tari.
Accantonando, però, le valutazioni personali, alle domande senza risposta si somma un problema ben più grave che riguarda la legittimità sia in termini di misura discrezionale del corrispettivo (chi ha deciso quanto dovesse costare accedere a un bagno pubblico a Galatina e secondo quali criteri?) sia in termini di gestione degli eventuali incassi (Chi ritira i soldi e a che titolo? Che riscontro c’è sull’incassato? Chi controlla chi ?). Altre domande senza alcuna possibilità di risposta, al momento nessun atto amministrativo da certezza o chiarezza.
Al di là del caso specifico, presumo si parli di poche centinaia di euro, quel che preoccupa, come dicevo, è il modo di operare, così come preoccupante è che nessuno si sia posto per tempo il problema, quanto agli uffici preposti nutro dubbi che ne fossero stati tempestivamente messi a conoscenza.
Il Sindaco Vergine, che ricordiamo ha tenuto per sé l’incarico al bilancio non potrà, almeno in questa occasione, delegare altri a rispondere con stucchevoli giri di vuote parole.
L’augurio che faccio alla città è che questa Amministrazione cambi passo riportando la macchina amministrativa nel solco di trasparenza e legittimità che solo gli atti possono dare quando si gestisce la “cosa pubblica” e non la propria azienda.”