Lettere/ di Cristina Dettù (ass. cultura – amm. Amante), Nico Mauro (ass. turismo – amm. Amante)
In occasione del consiglio comunale di oggi in cui è presente all’ordine del giorno un’interrogazione sull’opera muraria realizzata a Noha, ci preme sottolineare alcuni aspetti fondamentali del progetto firmato dall’amministrazione Amante.
Sarebbe sufficiente partire dalla base culturale sulla quale si è sviluppato il finanziamento del “Cippo mistico’.” …. quando nel riquadro del finestrino apparve un certo albero che valeva come mistico cippo confinario, la tarantata ebbe un momento di abbandono”. Così l’antropologo Ernesto De Martino, nel suo saggio La Terra del Rimorso descrive un passaggio del percorso di guarigione di una tarantata.
Il Cippo mistico, come fosse un portale attraverso il quale si accede ad una zona protetta, Galatina. L’idea traccia un percorso di guarigione e, attualizzando l’aspetto etico e sociologico, individua ogni terapia utile che induca consapevolezza e riscatto di quell’universo femminile sopraffatto dalla violenza fisica e morale, dagli abusi di ogni potere, anche economico.
In questo senso l’idea di “legare il territorio” ovvero di unire Noha e Galatina in un percorso culturale con fondate radici storiche è il valore aggiunto del progetto del “Cippo mistico’. A Galatina, presso una sala del museo Cavoti, uno spazio immersivo con realtà aumentata sul Tarantismo e a Noha un murales.
Qui, più che rappresentare con pitture essenziali, quasi naif, scorci di vita agricola passata (in contesti ambientali ambigui) sarebbe stato opportuno far vivere alla comunità il senso del progetto stesso, spiegarne le ragioni e, magari, ma è solo un’idea personale tra le più diverse possibili, introdurre la figura di Isa Palumbo Serafini, nota come la pasionaria di Noha, che da umile tabacchina si mise alla testa di un movimento popolare per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche di tali donne.
Mirabilmente ebbe a scrivere di Isa Palumbo il Nohano doc Antonio Mellone in un articolo apparso su noha.it il 10.9.2016 (https://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=2146 ).
Ed ancora ne scrive Walter De Cesari ne “Eravamo ribelli. Le operaie del tabacco in Italia. Cento anni di lotte per il riscatto e la dignita” Mr editori 2022.
La figura di Isa Palumbo lega Noha al cippo mistico di De Martino, come esemplare passaggio verso un riscatto sociale che diventa guarigione. Allora, più che il ritratto di santi, ragni, spigolatrici, covoni e tabacco, in primo piano avremmo certamente consigliato di porre il volto di Isa Palumbo Serafini, il cippo mistico di Noha, e, sullo sfondo una storia, la storia del tabacco e dei covoni che appartiene al luogo e raccontata in dissolvenza di immagini.