Rubriche/di Coldiretti Puglia
La superficie agricola destinata a biologico raggiunge i 321mila ettari in Puglia dove il settore torna a crescere, con un aumento del 12% in 1 anno, confermando la Puglia al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in occasione del Biofach di Norimberga in Germania, la principale fiera internazionale di settore, dal 13 al 16 febbraio dove Coldiretti è presente con uno stand al padiglione 6 (stand 6-219) per la presentazione delle eccellenze degli agricoltori biologici italiani.
Nello spazio di Coldiretti – dove è forte la presenza della Puglia – è possibile degustare oltre 20 etichette di olio evo bio, con l’aiuto di un assaggiatore professionista della Evooschool, ed oltre 30 vini bio con degustazioni accompagnate da un esperto sommelier, mentre gli agrichef di Campagna amica sono impegnati nella preparazione di ricette con i migliori prodotti degli agricoltori biologici presenti alla fiera.
La Puglia è la seconda regione più bio d’Italia, dove la pratica biologica – spiega Coldiretti Puglia – interessa tutti i comparti agricoli dall’olivo con 89mila ettari ai cereali con oltre 63mila ettari, dalla vite con più di 19mila ettari agli ortaggi con quasi 13mila ettari, oltre a 3 impianti di acquacoltura biologica.
“Nello scenario internazionale scosso da conflitti e forti fenomeni inflazionistici che gravano sui consumatori e si riflettono pesantamente sulle nostre imprese agricole, noi agricoltori siamo impegnati in un percorso virtuoso contro i cambiamenti climatici e gli aumenti dei costi delle materie prime, spingendo sulla filiera corta dei mercati di Campagna Amica e al contempo sulla internazionalizzazione arrivando sui mercati che apprezzano particolarmente il biologico made in Italy”, spiega l’imprenditrice agricola biologica Rita Tamborrino, leader di Donne Coldiretti Puglia.
Con l’aumento dei costi l’agricoltura biologica ha consentito anche di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. Ma si va anche dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti – per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.
Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva Coldiretti – e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. L’attenzione dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei mercati dei contadini di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle fattorie completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio.
Il biologico si inserisce a pieno titolo nel modello dell’agroalimentare made in Italy sostenuto da Coldiretti, già fortemente caratterizzato per l’attenzione alla qualità, alla salute dei consumatori e alla tutela dell’ambiente. Temi e obiettivi che, proprio nel biologico, trovano la loro piena definizione.
Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale, conclude Coldiretti sottolineando che è necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste.