Rubriche/di prof. Luigi Mangia
Non sono cristiano, ma nei miei studi e nella mia formazione, ho avuto professori esperti del cristianesimo e profondi curatori del pensiero cristiano che mi hanno guidato negli studi e nella mia formazione.
Ho avuto anche una madre profondamente cattolica, di una fede profonda e fiduciosa nel signore. Ho studiato, e continuo a studiare, il cristianesimo senza pregiudizi, con grande rispetto e vivo interesse.
Ho maturato la convinzione che la fede è una grande forza, un vantaggio sul male, uno spirito di resistenza contro ogni violenza che pretende di prendersi il corpo, la vita e il pensiero per annullare i valori della persona. Davanti alla forza della fede la mia ragione è nuda, smarrita nel vuoto, è incapace.
Negli affreschi della basilica di Santa Caterina, la raffigurazione del martirio di Santa Caterina rappresenta la straordinaria forza della fede e di resistenza al potere di non negare la fede nel suo Dio subendo il martirio nella violenza come disprezzo del suo corpo.
Nella storia del cristianesimo la donna è stata sempre esempio di resistenza al male, per difendere la fede, resistere e non negare i suoi valori; la donna è forza di disubbidienza al potere: è resistenza! La donna supera e sfida la paura del buio quando con i figli va alla ricerca del corpo di Gesù. Nella tomba vuota vive la paura ma riceve la luce, quindi il compito di camminare nella storia, di insegnare a credere, avere fiducia e resistere.
Gli affreschi di Santa Caterina furono curati da Maria D’Enghien, donna molto colta, intelligente con una sua visione politica della storia, del contrasto fra oriente e occidente, del conflitto delle religioni e quindi delle guerre crociate. Il martirio di Santa Caterina può essere il punto di vista di Maria D’Enghien nell’impresa di Raimondello Orsini.
Gli affreschi sono una narrazione molto complessa che declinano un punto di vista del potere femminile della grande battaglia, del potere delle grandi monarchie contro il pericolo degli arabi nel mediterraneo alle porte del Salento. Queste brevi righe vogliono essere dei frammenti di pensiero per capire il presente, per vedere ancora come la violenza del potere delle guerre usa il corpo delle donne come arma di guerra.