Respinta la richiesta per l’istituzione di due referendum abrogativi della legge. Nota del Consigliere regionale di “La Puglia Domani”.
Politica/di Paolo Pagliaro
«La settima commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha detto no alla richiesta di due referendum popolari per abrogare la legge sull’autonomia differenziata delle Regioni.
Richiesta firmata dal presidente Emiliano e da alcuni consiglieri di centrosinistra. Per farla passare in Commissione sarebbero serviti i tre quarti dei voti degli undici consiglieri presenti, e dunque otto. Invece i voti favorevoli sono stati sei. Benché non vincolante, il parere della VII Commissione esprime posizioni contrapposte sull’autonomia differenziata in seno al Consiglio regionale.
Noi siamo contro il referendum, perché crediamo che la legge quadro approvata sia una buona base di partenza – con la giusta individuazione e l’equo finanziamento dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni – per garantire uguali diritti a tutti i cittadini italiani, da sud a nord. Invece se n’è fatta una questione politica: il centrosinistra, inclusi 5 Stelle e Italia Viva, si è intestato questa battaglia contro l’autonomia differenziata demonizzando il punto di arrivo di un processo che fu innescato proprio dal governo Amato di centrosinistra nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione.
Memoria corta, camaleontismo o strumentalizzazione politica, contro una legge firmata dal leghista Calderoli?
In Commissione abbiamo ricordato che il presidente Emiliano, ora portabandiera della battaglia contro l’autonomia differenziata, in passato aveva ammesso che il centrosinistra era “confuso” sulla questione, e si era espresso a favore dell’autonomia differenziata, sostenendo che “tutte le Regioni dovessero chiederla perché lo Stato centrale è inefficiente e bisogna aumentare il potere delle Regioni con un meccanismo differenziato fra Regioni più efficienti e meno efficienti”. Siamo abituati alle sue giravolte, ma questo testacoda lascia davvero senza parole…
Noi siamo autonomisti e crediamo che i territori, e quindi l’istituzione primaria dei territori che sono le Regioni, debbano essere artefici del proprio futuro. Ma il problema è a monte, è la disomogeneità fra Regioni. La Lombardia con 10 milioni di abitanti contro la Val d’Aosta che ne conta appena 125mila. La Puglia che mette insieme tre macro aree geograficamente e storicamente distanti fra loro: Salento, Terra di Bari e Daunia. Noi siamo convinti che si debba riorganizzare la geografia politica, sulla linea ispiratrice di Carlo Cattaneo: uno stato federale, liberale e laico.
La centralizzazione dei poteri ha tradito lo spirito costituzionale delle Regioni, pensate come entità autonome per bilanciare il potere centrale con quello locale. L’autonomia potrebbe aiutare le aree periferiche a colmare il divario con le Regioni più avvantaggiate, destinando risorse aggiuntive a servizi essenziali come istruzione, sanità, previdenza e mobilità. Per favorire il Mezzogiorno sarebbe anche necessario applicare il federalismo fiscale funzionale, affinché i tributi locali vengano pagati dove si produce reddito. Ma di tutto questo avremo modo di discutere in aula nel prossimo consiglio, dedicato all’autonomia differenziata».