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Se avessi saputo che quella era l’ultima mattina, sarei rimasto ancora, sarei rimasto per sempre, sì sarei rimasto vicino anche      a far niente, anche a guardarla andare via nel suo ultimo viaggio.

E’ andata così, per certe cose c’è sempre un motivo, per certe   cose c’è sempre qualcosa che non ti perdoni, per certe cose c’è sempre un dolore.

Era una insolita mattina, troppo sole, troppo presto, troppo    sonno, avrei dovuto accorgermene o forse anche capirlo.

Era ricoverata in clinica per il solito problema: pressione arteriosa troppo alta.

Era in una stanzetta con due lettini, in uno dormiva lei nell’altro dormivo io.

Dormivo con lei più per farle compagnia che per bisogno, stava meglio, quasi bene, ma non volevano lasciarla sola.

Dalla clinica poi andavo in ufficio e non arrivavo mai prima delle nove.

Quella mattina mi svegliai particolarmente presto, neanche le otto ed io: Ciao ma’, a dopo – lei:  Ciao Piero, a dopo.-

furono quelle le ultime parole che mi disse, quel Ciao fu per sempre.

Fu l’ultima volta che vidi mia madre.

Mi cambiò la vita.

Avevo 25 anni appena, avrei voluto portarla al mare, ma pensi sempre di avere davanti il tempo che poi ti accorgi che non hai.

La portai solo poche volte, non quante volte avrei desiderato e forse non quante volte lei avrebbe voluto.

Era una bella giornata di sole, quando alle dieci e trenta, se ben ricordo, arrivò la telefonata di mia zia dalla clinica:

la mamma non c’è più.

Si spense il sole, si spense la vita, si spense tutto.

Fu difficile ricominciare, fu difficile fare  a meno di lei però con l’ aiuto di chi ci voleva bene, riuscimmo a farcela.

Di tempo, ce ne volle.

Il dopo non fu più come il prima, ci mancò il coraggio che lei riusciva a darci, ci mancò la forza che lei ci dava.

Ci mancò sempre, di lei ci mancò tutto e in casa la sua assenza lascìò un vuoto che ci toglieva il respiro, ci toglieva la gioia di entrare in casa.

Quasi 25  anni insieme, è stato bello.