Cronaca/di pietro zurico
Dimenticata la finalità del duplice finanziamento per il restauro dell’ immobile.
Il sig. Pietro la Grotta, con sede in via Quintino Sella n. 106/A – 70122 BARI, in qualità di presidente di PIZZICA.ME – APS, ha richiesto il patrocinio e la concessione dell’utilizzo a titolo gratuito del Chiostro e della sala
conferenze dell’ex Monastero delle Clarisse Santa Chiara, per i giorni dal 09 al 16 settembre 2024.
Fine della richiesta è l’organizzazione di una residenza artistica rivolta a cittadini provenienti da paesi come Australia, Stati Uniti, Africa ed Europa al fine di poter far vivere un’esperienza nella città di Galatina riguardo le
tradizioni della danza, della musica e della cultura del Sud Italia.
la competente Direzione Programmazione Strategica e Lavori Pubblici ha espresso parere favorevole all’utilizzo dell’ immobile per l’iniziativa in argomento, “a condizione che il richiedente provveda a proprie cure e spese alla pulizia dell’area autorizzata sia prima che dopo l’utilizzo della struttura; il richiedente sarà unico responsabile sia penalmente che civilmente verso l’Amministrazione e verso terzi (…)”
Qual è il problema? Il solito, la leggerezza se non l’incompetenza con cui si affrontano le autorizzazioni e/o concessioni all’utilizzo degli immobili comunali. Per ciò che concerne l’ex Convento di S. Chiara abbiamo preso come spunto il caso in oggetto ma avremmo potuto farlo con tantissimi altri.
Il restauro dell’immobile è bene ricordarlo è costato alla comunità 2 milioni di euro. Il finanziamento era finalizzato a vincolare la destinazione d’uso dell’ex convento alla creazione di un Centro Sociale Polivalente in cui ospitare una Comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico, una Comunità educativa per minori, un Centro di ascolto per famiglie e servizi di sostegno alla famiglia e genitorialità.
Tutto passato già nel dimenticatoio?
Eppure in un recente passato, proprio l’assessore Spoti sollevò, giustamente, un vespaio contro l’Amministrazione Amante per l’utilizzo improprio dell’ex Convento delle Clarisse concesso per una ricorrenza ad una azienda locale: se ben ricordo la ditta Giurgola.
Interrogazione consiliare, accesso agli atti e tutto ciò che, lo ripetiamo giustamente doveva essere fatto per far capire che il fine a cui era destinato l’immobile non era quello che si stava facendo. Ed oggi? Si tratta, forse di amnesie collettive (gli attuali solleoni forse le giustificherebbero) oppure di netta inversione di rotta?
Per completezza di cronaca, l’atto di cui stiamo parlando è la delibera di Giunta n. 299 del 29/07/2024.