Cronaca

“Non è restringendo l’accesso agli spazi pubblici che si potrà garantire sicurezza ai cittadini”. L’idea di limitare l’accesso alla pista del campo scuola “Montefusco”, nel quartiere Santa Rosa, non piace alla Cgil Lecce.

“Invito tutte le associazioni sportive agonistiche e amatoriali, i cittadini tutti che hanno a cuore la struttura a partecipare al sit-in in programma venerdì 4 ottobre davanti ai cancelli del campo scuola di via Giammatteo, dalle 17 alle 18.30: il bene pubblico deve rimanere fruibile alla cittadinanza”, dice il segretario generale Tommaso Moscara.

L’idea muove dalle dichiarazioni dell’assessore comunale allo Sport, Giancarlo Capoccia. Durante la settima commissione consiliare (Edilizia sportiva), l’esponente della giunta Poli Bortone ha preannunciato la volontà di installare i tornelli per l’accesso alla pista ed un nuovo regolamento per la fruizione degli spazi. Come se fosse la libera fruizione dello spazio pubblico a deteriorare la pista, la tribuna, i percorsi benessere, gli alberi piegati dal vento, a provocare insicurezza o a rovinare gli spogliatoi, e non le defaillance organizzative dell’amministrazione nella manutenzione e nella gestione del bene.

“Chiudere ai cittadini la libera fruizione di un parco pubblico enorme o di una parte di esso, da sempre amato e frequentato dai leccesi, sarebbe una scelta quantomeno discutibile, che scaricherebbe sulle spalle dei cittadini responsabilità, limiti e inefficienze amministrative e organizzative dell’ente proprietario del bene. Sarebbe inoltre un intervento impattante sulle politiche dell’abitare e sulla vivibilità dell’intero quartiere Santa Rosa”, dice Moscara. “Piuttosto che costruire barriere e recinzioni o schedare il passaggio di atleti, amatori o semplici avventori, si dovrebbe intervenire per superare le difficoltà, operando sull’organizzazione del lavoro o investendo sulla struttura. Meglio ingegnarsi per reperire fondi attualmente non nelle disponibilità del Comune, come era stato annunciato in campagna elettorale. Per garantire sicurezza, quella dei tornelli o di un Regolamento di fruizione più restrittivo possono sembrare le soluzioni più immediate, ma anche quelle maggiormente penalizzanti per la cittadinanza intera, perché limiterebbero la vivibilità del più grande polmone verde della città. Sarebbe auspicabile invece un serio progetto di investimento, sia nelle strutture – a partire dall’illuminazione e dalla messa in sicurezza della pista, dell’alberatura e dei percorsi benessere – sia sul lavoro”, conclude il sindacalista.