Un 2014 ferale per la filiera del turismo italiano. Crisi e maltempo le principali cause.

Porto CesareoCronaca/di Redazione

Secondo i dati forniti dal SIB la dèbacle colpisce tutta la filiera del turismo: meno clienti al mare si traduce in ristoranti con tavoli vuoti, alberghi che devono fare i conti con camere libere, negozi con merce invenduta, ma anche personale giornaliero a chiamata (come bagnini, camerieri, aiutanti in cucina, addetti alle pulizie, parcheggiatori, animatori) che è rimasto a casa in quanto le giornate di maggior richiesta, come i week-end, sono stati funestanti costantemente da pioggia, vento e basse temperature.

Si stimiamo che almeno 50.000 persone, tra i quali molti studenti universitari che lavorano d’estate per pagarsi gli studi, a giugno e luglio sono rimasti disoccupati. Il danno economico è superiore ai 400 milioni di euro e comprende, oltre ai servizi di spiaggia, anche il mancato guadagno di bar, ristoranti, piscine, parcheggi e feste serali all’aperto.

Gli imprenditori balneari le hanno pensate tutte in tema di sconti e promozioni: ombrellone e cabina condivisi, 3 lettini al prezzo di 2, riduzioni fino al 50% dopo le 14,00, ma se manca il sole tutto questo non serve. Anche i meteorologi non hanno dato una mano a causa di previsioni spesso approssimative o, addirittura, totalmente sbagliate.   Unica nota parzialmente positiva è stato il ritorno dei turisti stranieri, specialmente tedeschi e austriaci, che hanno affollato i litorali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Il sud della nostra penisola è stato meno condizionato da piogge e temporali, ma purtroppo il segno negativo, anche se più modesto, rimane ugualmente.

In alcune località turistiche la diminuzione delle presenze è stata tale da compromettere seriamente l’economia delle imprese balneari.