Obiettivo dell’incontro la richiesta di un tavolo di concertazione per evitare la cementificazione dell’area
Cronaca/Lecce/ di Comitato tutela ecoarcheologica
Il Comitato per la Tutela, in vista della venuta a Lecce il giorno 6 della Commissione giudicatrice di Capitale Europea della Cultura, incontrerà in settimana (quasi certamente sabato 4 ottobre) l’Assessore Regionale ai beni Culturali, Angela Barbanente per chiedere una forte e autorevole mediazione per evitare la mastodontica cementificazione dell’area e il mega parcheggio in piazza Tito Schipa, realizzando , invece un parco eco-archeologico che ospiti pure la tettoia liberty e il mercato delle erbe e dei fiori, cosa che potrebbe aumentare sensibilmente le chances per capitale europea della cultura molto di più della costruzione di una provvisoria e costosissima megatorre . Voler seppellire l’area sotto una colata di cemento, come proprio ieri l’assessore Martini ha annunciato di voler fare , costruendo addirittura anche una albergo (sic !) sull’area che insiste sulla vecchia chiesetta ipogea di Santa Lucia, in contrasto con tutti i moderni studi e le moderne teorie di progettualità urbana, potrebbe compromettere la candidatura di Lecce a capitale europea della cultura. Si chiederà all’assessore ai Beni Culturali, Angela Barbanente, di attivare subito un tavolo di concertazione con le parti interessate, ascoltando pure l’associazionismo e il mondo della cultura. Alla Regione, che fornisce ingenti risorse per la candidatura di Lecce, è stato intanto già trasmesso il seguente documento :
URGENTE INTERVENTO DELLA REGIONE
PER TUTELA AREA ARCHEOLOGICA PZ. SCHIPA LECCE
DELOCALIZZARE IL MEGA PARCHEGGIO
A.BARBANENTE
ASSESSORE BENI CULTURALI
S. GODELLI
ASSESSORE CULTURA
REGIONE PUGLIA
Pc
SINDACO LECCE
DIREZIONE REGIONALE BENI CULTURALI
SOPRINTENDENZA BENI ARCHITETTONICI LECCE
SOPRINTENDENZA BENI ARCHEOLOGICI s
RETTORE UNIVERSITÀ SALENTO
DIRETTORE DIPARTIMENTO BENI CULTURALI UNIVERSITA’ SALENTO
ARCIVESCOVO LECCE
ING. DE NUZZO CASARANO
Il TAR ha accolto il ricorso del Comune di Lecce contro le cogenti prescrizioni della Direzione regionale Beni culturali e della Soprintendenza di Lecce finalizzate ad una più ampia tutela dell’area T. Schipa, interessata da un maxiprogetto edilizio.
Tale sentenza impone un immediato intervento di mediazione istituzionale, affinché ne sia scongiurata la devastazione con la realizzazione del megaparcheggio e centro commerciale, affidato dal Comune alla ditta De Nuzzo.
L’area T. Schipa (di circa un ettaro a ridosso del Castello Carlo V ) è uno spaccato unico dell’architettura e storia culturale di Lecce rinascimentale,
(presenti anche testimonianze romane e precedenti); ben conservate le strutture di base, sopravvissute alla distruzione del Convento S. Maria del Tempio voluta dall’Amministrazione di Lecce 44 anni fa.
Sagacemente padre Luigi De Santis, francescano e storico, ammoniva prima della sua recente scomparsa: “Realizzare il megaparcheggio, distruggendo i resti importanti del monastero , significa reiterarne diabolicamente il delitto culturale già compiuto dal Comune, a danno della storia religiosa della città”.
Tale importante area architettonica fa parte della città consolidata: non sarebbe edificabile se si rispettassero e applicassero il PPTR , la Pianificazione comunale, lo Statuto della Città, invece elusi dal progetto (grazie anche a comode scappatoie; la VIA è stata evitata per aver previsto solo 499 parcheggi…): di fatto offesi nei principi e negli obiettivi.
Il progetto affonda le radici nell’appetibilità dell’area a fini di speculazione edilizia cui fu immolato lo storico convento e in una concezione obsoleta di cementificazione a ridosso del centro storico, ormai superata e censurata, a causa dei diversi impatti negativi connessi: alla distruzione dell’importante sito, si aggiunge la funzione del parcheggio di forte attrattore di traffico verso il centro già oberato e inquinato, e il danno agli esercizi della zona da parte del nuovo centro commerciale.
Un retaggio del passato che fa a pugni con la cultura urbanistica maturata negli ultimi decenni, con la pianificazione regionale e cittadina, con la necessità di riqualificare a parchi urbani soprattutto le aree del centro. Realizzare nell’area Schipa un parco eco-archeologico, ospitanto la tettoia liberty e una mercato di fiori : esso si inserirebbe in un percorso eco-culturale unitario con la adiacente cripta medievale S. Lucia, il Castello, i Giardini pubblici,il Teatro Apollo.
Lecce come può aspirare al prestigioso obiettivo di Capitale europea della cultura se invece subisce e avalla l’offesa della speculazione edilizia di maxicementificazione a danno della propria storia e di una nuova progettualià urbana?
Il Ministero dei Beni culturali nel selezionare tra le città candidate, potrà ignorare tale ingiustificabile scempio della cultura del territorio e la mancanza della visione di una città sostenibile? EU-topia (bel luogo) o OU-topia (non luogo)? Potrà dimenticare che il Comune di Lecce , che impegna risorse pubbliche anche regionali per conseguire l’obiettivo di Capitale culturale, invece di fare tesoro e assumere le prescrizioni della Direzione reg. Beni culturali e della Soprintendenza di Lecce che riducono l’impatto devastante del progetto, ha citato in giudizio gli stessi enti (quindi il Ministero), difendendo acriticamente le ragioni della ditta, refrattaria ad accoglierle?
Il Comune vuole autotutelarsi da rivendicazioni finanziarie o condivide pienamente il progetto di cementificazione e distruzione culturale? Avrebbe dovuto recedere dal progetto quando sono emersi i primi indizi di ricchezza del sito già molti anni fa, rivedendo o rescindendo la convenzione con l’azienda . Invece il Comune ha pervicacemente mantenuto le scelte iniziali, contrapponendosi alle Soprintendenze, non attivando una mediazione con la ditta per delocalizzare il progetto, ignorando l’appello di tutela sottoscritto da un migliaio di cittadini, associazioni culturali e autorevoli intellettuali,( tra i quali i vertici del Dip.di Beni culturali e l’ex ministro Bray), scegliendo di non sottoporre il progetto a VIA né istruttoria pubblica possibili e previste. Perché? Eppure in altre situazioni di opere a impatto negativo sul territorio (es. Centrale biodiesel) aveva dimostrato determinazione e ascolto dei cittadini. Ancora, con una forte e autorevole mediazione, può e deve farlo! Realizzare nell’area Schipa un PARCO NON UN PARCHEGGIO INCREMENTA LE CHANCES PER CAPITALE EUROPEA, PIU’ DELLA COSTRUZIONE DI UNA PROVVISORIA E COSTOSISSIMA (5 MILIONI DI EURO) MEGATORRE!
Ora occorre evitare l’incrociarsi perverso della scelta del Comune a favore del megaparcheggio con la candidatura a Capitale europea: il primo potrebbe inficiare la seconda; la città di Lecce potrebbe ritrovarsi con una mastodontica opera di cementificazione realizzata sulle macerie della sua storia e cultura e con l’esclusione dalla meta ambita.
La Regione Puglia supporta in prima linea con grande impegno e impiego di risorse la candidatura di Lecce; è già stata messa a conoscenza dell’assurdità del progetto e del suo devastante impatto. Dopo la sentenza del TAR e prima di quella della Commissione selezionatrice della città Capitale europea,
la Regione deve esercitare una forte e autorevole iniziativa politica-istituzionale-culturale: promuova subito un tavolo di concertazione tra le parti interessate, ascoltando anche l’associazionismo e la cultura, per trovare una soluzione di delocalizzazione totale del progetto o almeno del megaparcheggio. La comune volontà , determinazione e sensibilità dei destinatari, la capacità di guardare avanti e volare alto, senza essere impantanati a difesa di vecchi e miopi interessi, può e deve rendere praticabile tale soluzione. Un colpo d’ala verso l’obiettivo di Capitale culturale.
Distinti saluti
Comitato tutela pz. Schipa Lecce