Il Sedile

“Abbiamo acquisito l’ex mercato Boario”, così con enfasi disse….E poi?

Oltre i luoghi del clamore “scalzo” si trova solo abbondano e desolazione. La periferia questa sconosciuta.

Cronaca/ di p.z.

Non sono lontani i giorni in cui, battendosi orgogliosamente il petto e ruotando vanitosamente la coda, annunciò al popolo che aveva acquisito alle proprietà comunale ciò che restava della fatiscente struttura di quello che un tempo avrebbe dovuto essere un rinomatissimo mercato boario.

Doppia bugia forse dovuto all’eccesso di rotazione?

Primo non si è trattato di una acquisizione ma di una forzosa riappropriazione di una patata bollente con cui nessuno per decenni ha voluto scottarsi le mani.

Secondo il Comune di Galatina era rientrato nel pieno possesso del bene sin da quando l’Associazione Allevatori della Provincia di Lecce non aveva realizzato nei dieci anni contrattualmente previsti con l’allora sindaco Finizzi (decorrenza 1973) la struttura come da progetto.

Aggiungasi peraltro che intorno agli anni 2000 la stessa Associazione era fallita. Quindi di cosa sta parlando? Le prossime volte controlli un po le carte e gli atti assessore perché sembra che anche lei si stia facendo eccessivamente contagiare da chi la circonda con gli eccessivi trionfalismi e autocelebrazioni autoreferenziate di facciata.

La patata bollente consisteva nel ripristino dei luoghi, circa 10.000 mq sui quali doveva sorgere la struttura con gli annessi servizi di quello che avrebbe dovuto essere uno dei più importanti mercati boari della provincia di Lecce. Poi finirono i soldi, il progetto si arenò e rimase l’incompiuta.

Il Comune era di fatto ritornato nel pieno possesso del terreno ma pretendeva che l’Associazione Allevatori ripristinasse lo stato dei luoghi. l’Associazione rispondeva picche perché a corto di denaro. Poi, come già detto, oltre un ventennio fa intervenne il fallimento ed il Comune continuò a fare l’orecchio da mercante facendo finta di nulla.

Intanto nei pressi di quella struttura abbandonata sin dagli anni sessanta era ominciato a sorgere un nuovo e popoloso rione (Rione S. Giovanni) che da un lato continuò ad arricchire gli storici parassiti del latifondismo locale e dall’altro autorizzava una cementificazione selvaggia dando il via alla trasformazione della zona in un Rione Italia bis.

Un nuovo rione , quindi, al pari del Rione Italia dimenticato da Dio e dall’assessore Tundo (e dai suoi predecessori anche se loro non rappresentavano il nuovo). In tutto il Rione solo tre alberi, peraltro piantati dagli stessi abitanti.

L’Amministrazione ha donato, però, il verde spontaneo (ora giallo paglierino), quello delle erbacce alte un metro sui bordi dei marciapiedi e sui cigli delle strade. Quello che ora con il caldo diventa rifugio per una bella e variegata fauna campestre.

Le lamentele dei residenti son sempre servite a nulla. Per ogni richiesta, anche la più piccola, la risposta è sempre stata che non ci stanno soldi. Molti si sono ormai abituati al concetto del fai da te o dell’aiutati che Dio ti aiuta. Pertanto non è cosa rara vedere madri e padri di famiglia tagliere le stoppie secche dai marciapiedi e per evitare pericoli per i propri figli o piantare, come già detto, qualche albero per poter vedere un pò di verde tra tanto giallo.

Aggiungasi inoltre i pericoli provenienti dai campi limitrofi incolti che in barba ad ogni ordinanza sindacale son sempre rimasti senza alcuna recinzione e senza alcuna pulizia tra il connivente beneplacito silenzioso dei politici e dei burocrati.

Nel bel mezzo di questo indecoroso scenario troneggia sovrana quell’orribile struttura metallica, deposito di attrezzature agricole di qualche contadino del vicinato, ricettacolo e focolaio (unitamente al vicino depuratore) di assai precarie condizioni igienico sanitarie per gli abitanti.

Alla luce di tutto ciò non sono riuscito a capire l’enfasi ed il trionfalismo dell’assessore Tundo nell’annunciazione che quell’ammasso di ferro arrugginito che lei (così ha scritto e così riportiamo) ha acquisito al patrimonio immobiliare comunale. Manco avesse portato a Galatina il Colosseo .

Anche perchè oltre all’annuncio non ha detto nulla di ciò che sarebbe stato importante sapere. Quale progetto aveva per la testa acquisendo quell’obbrobrio? Perchè avrebbe avuto un senso acquisizione e trionfalismo se ci avesse detto che aveva intenzione di creare una zona di verde attrezzato con annesso parco giochi e panchine per i residenti della zona. Avrebbe avuto senso se ci avesse illustrato un progetto qualsiasi (condivisibile o meno) che le frullava per la testa e che intendeva a breve realizzare come traccia visibile del suo passaggio politico nella città.

Avremmo anche capito se nell’immediato avesse fatto abbattere quella ferraglia, avesse fatto tagliare l’erba e bonificato il luogo oltre ad intervenire drasticamente, in quanto competenza della sua Direzione, per la recinzione dei campi privati.

Nulla di tutto ciò, nulla di nulla tranne il proclama ed un laconico 2per ora l’abbiamo acquisito poi ci penseremo sul da farsi”. Una frase che abbiamo già sentito. Speriamo in qualcosa di meglio nel prossimo futuro? Sperare non costa nulla per cui speriamo pure.

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