Eventi/di Redazione
8 gennaio 1930: nella Cappella Paolina del palazzo del Quirinale, Umberto di Savoia sposa Maria José del Belgio; saranno gli ultimi re d’Italia anche se per pochi giorni. Il principe, come per prassi familiare, viene avviato alla carriera militare e riceve una severissima educazione voluta dal padre Vittorio Emanuele. Inviso a Benito Mussolini, il dittatore raccoglierà un dossier per dimostrarne l’omosessualità. Al contrario altre informazioni lo mostreranno come playboy circondato da avvenenti star dello spettacolo. Dal matrimonio nasceranno Maria Pia, Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, e Maria Beatrice.
8 gennaio 1944: a Castelvecchio (Verona), nella sala da concerto degli Amici della Musica, dove nel novembre dell’anno precedente ebbe luogo il I Congresso nazionale del Partito Fascista Repubblicano, si apre il processo contro sei membri del Gran Consiglio del Fascismo che, nella seduta del 25 luglio 1943, avevano sfiduciato Benito Mussolini dalla carica di Presidente del Consiglio. Sul banco degli imputati anche il genero Galeazzo Ciano.
8 gennaio 1962: il capolavoro di Leonardo da Vinci, La Gioconda, viene esposta per la prima volta in America. La sera stessa alla National Gallery of Art di Washington per ammirare il famoso dipinto, prestito del Louvre di Parigi, si recano 2000 persone, tra cui John Kennedy e la First Lady, Jacqueline.
8 gennaio 1980: a Milano, durante un servizio di perlustrazione, gli agenti di Polizia Antonio Cestari, Rocco Santoro e Michele Tatulli, vengono uccisi in un agguato, rivendicato dalla colonna Walter Alasio, delle Brigate Rosse. Il pluriomicidio, ricordato come la strage di Via Schievano, a sfondo politico, fu il “benvenuto” al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, appena trasferito nel capoluogo meneghino al comando della Divisione Pastrengo . Le vittime erano in servizio presso il commissariato di Porta Ticinese. Al processo secondo l’accusa alla guida dell’auto c’è Nicolò De Maria mentre Barbara Balzerani, Mario Moretti e Nicola Gianicola sparano sulle forze dell’ordine , che colpite alle spalle muoiono all’istante.
8 gennaio 1993: Via Marconi di Barcellona Pozzo di Gotto, ore 22.00. Un uomo, è seduto al volante di una Renault 9, ha tre colpi di pistola in testa. È Beppe Alfano, professore di educazione tecnica e giornalista. Un cronista di strada che racconta le attività del boss di Barcellona, la latitanza di Nitto Santapaola e la composizione delle cosche mafiose. “Mi uccideranno presto” dice agli amici, e il processo ha portato alla condanna del mandante, il boss Giuseppe Gullotti e del suo killer Antonino Merlino.