Il Cavallino Bianco e le “botte di vita”

Cavallino Biancopenna-e-calamaioLettere/ di rita toscano

Galatina – Una botta di vita gliel’han data il Maestro Nicola Piovani e la sua musica pericolosa con un propizio sold out il 29 dicembre scorso. E già qualche settimana prima una moltitudine di galatinesi,  spintonando come un ariete alle sue porte, nella fatidica serata di riapertura. Al mitico Cine Teatro Cavallino Bianco! Poi di nuovo silenzio e qualche chiacchiera. Tante aspettative.

Ed ecco che torna la  rassegna teatrale. Una bella occasione per  appassionati e fedelissimi, per i   nostalgici  delle lontane gloriose stagioni,  per chi  avverte il bisogno di spegnere il cellulare e  concedersi uno scampolo di assenza collettiva, per quanti  riusciranno a scrollarsi di dosso pigrizia e indolenza, per trascorrere una serata diversa di quelle davanti alla televisione.

C’è da sperare di non incontrare le solite facce e di trovare gente nuova che riscopra il piacere di tornare insieme al Cavallino, non solo per assistere ad uno spettacolo, ma con una marcia in più, che dà l’orgoglio di ritrovare la memoria storica di una comunità in un luogo che la rappresenta.

Veramente, il teatro non attira chi non lo conosce o chi non conosce gli artisti.

Ai meno informati c’è da dire che la stagione 2016  di Galatina presenta nomi noti al grande pubblico come  Mario  Perrotta o Lucrezia Lante della Rovere, personaggi provenienti dal mondo televisivo e giornalistico, poeti che, tra musica e parole, cercheranno lo spettatore per stupirlo o per provocarlo, con performance che ci riportano ai movimenti del secolo scorso, attraverso scenari di straordinaria attualità.

Chi si accosta al teatro non rimane mai deluso e si sorprende sempre delle meraviglie che riservano gli artisti, quando magicamente si realizza il transfert di più  emozioni  possibili dal palcoscenico alla platea e viceversa. Entra nella dimensione di chi ha fatto una scelta di vita coraggiosa. Sì, un mestiere che può diventare come tanti altri ma che è diverso. Per sopravvivenza o utilitarismo, in molti abbiamo fatto scelte di vita, sacrificando, spesso senza rendercene conto, la vita vera, fatta di libertà, conoscenza, amicizia, semplicità, consapevolezza, di gioco e anche di  assurdo, non senso.

Vita che il teatro ci restituisce,  quando ci riconosciamo, nella nostra autenticità, con  vizi e virtù, con il bisogno di conferme o di svolte, se non di rotture e comunque di condivisione di tutto ciò che non si può esaurire sulle pagine dei social.

Perché sento da cittadina galatinese di esprimere pubblicamente queste semplici riflessioni? Prima di tutto perché il Cavallino è anche mio! Bello incontrarsi al Cavallino! Il Cavallino non è solo Galatina! Chi  fa teatro dalle vecchie e dure tavole del  rinato Cavallino e dalle nuove avvolgenti poltrone  ripete un rito magico che in altri tempi  ha messo in scena  espressioni culturali internazionali.

Per questo non mi faccio distrarre da osservazioni più o meno fondate, da polemiche sterili o dalle avversioni cieche  di chi sta a misurare le modeste risorse che il Comune riesce a mettere a disposizione per sostenere questa attività di valore per l’ interesse pubblico.

Per questo non indugio ad  acquistare l‘abbonamento.

Per questo al nostro Teatro Comunale vorrei vedere, come quando mi capita di andare a Lecce, a Nardò, o a Novoli e Aradeo, tante belle persone gioiose che chiacchierano prima dello spettacolo, che  vi si immergono dentro in sala e si raccontano dopo, all’uscita.

I giovani che ho la fortuna di incontrare hanno superato il cliché che andare a teatro è costoso o noioso. Li trovi perché  hanno preferito il teatro ad un apericena o a un ingresso in discoteca. Forse anche perché la stessa organizzazione delle attività è affidata a gruppi giovanili.

C’è da auspicare che ben presto anche qui siano coinvolti  giovani competenti e accreditati, per dare linfa e vitalità ad un luogo dell’anima che appartiene a tutti noi e dove sicuramente possiamo respirare vivo!

rita toscano