Il Sedile

«Ahi serva Galatina, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!»

Cronaca/di Redazione.

Abbiamo riceviamo in redazione, inviato da un gruppo di studenti del Liceo Socio-Psico-Pedagogico o delle Scienze Umane che dir si voglia, un considerevole numero di fotografie che documentano lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la loro scuola.

Tra tutte ne abbiamo selezionate tre e crediamo siano più che sufficienti a dare un’idea della tristezza e dello sconforto da cui si è pervasi davanti a queste immagini.

La scuola dovrebbe essere bella dentro e fuori. Dopo la famiglia, è il contesto più importante per lo sviluppo cognitivo, emotivo e comportamentale dei ragazzi ma la cosa sembra non interessare troppo ai nostri amministratori.

Sappiamo e capiamo benissimo che la cura e gestione delle scuole di istruzione secondaria di II grado cadono sotto la competenza della Provincia di Lecce, ma sappiamo anche benissimo che custodi e gestori del territorio, dell’immagine e della cultura del territorio sono le Amministrazioni comunali.

Segnalare, richiamare e se è il caso costringere, con le buone o con le cattive, la Provincia a fare quanto in loro dovere è a sua volta un dovere per l’Amministrazione comunale. Non farlo o non ottenere nulla testimonierebbe, diversamente, lo scarso peso politico di un governo cittadino appena messa la testa fuori dal proprio confine territoriale.

Turismo, promozione del territorio, cultura del territorio, non può essere ridotto alla sola valorizzazione di pochi metri quadri di territorio cittadino. Sono territorio comunale anche il Campus scolastico (portiamo il turista a fare un giro su quelle amene stradine gruviera), le periferie, i quartieri dormitorio.

Vero è che non si tratta di problemi nati oggi ma quando si dichiara di essere “diversi” dai precedenti amministratori bisogna dimostrarlo e per dimostrarlo bisogna pur cominciare a fare qualcosa di diverso dagli “altri” perché se “altri” avevano almeno la valida attenuante di essersi concentrati principalmente sul risanamento del dissesto economico in cui era stata ridotta la città oggi questa attenuante non c’è più o, quanto meno, lo è in misura assai più ridotta.

Senza una decisa sterzata, senza un deciso cambio di passo, il rischio è quello non di aver “rotto un sistema”, come eufemisticamente dichiarato da qualcuno, ma qualcosa di ben diverso.

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