“Cento persone, in barba a qualsiasi elementare norma per l’accesso al pubblico impiego, sono state stabilizzate offendendo migliaia e migliaia di disoccupati”
Cronaca/Politica/di Aldo Aloisi consigliere regionale di Azzurro Popolare.
Stabilizzando 107 lavoratori giorni fa Sanità Service ha realizzato la più grave schifezza dalla sua fondazione. Ci si sarebbe aspettato un sussulto di dignità dai sinistri occupanti delle poltrone pubbliche e invece nulla. Dove sono gli indignati quando servono?
Cronaca breve delle porcate. Un bando di concorso a tempo determinato, una graduatoria karaoke, totale assenza di meccanismi di selezione, mancanza di attuazione delle norme elementari per l’accesso al pubblico impiego (certificati di sana e robusta costituzione e carichi pendenti), verbali sindacali in cui si sosteneva che non fosse possibile fare le stabilizzazioni, pareri compiacenti di esperti di diritto in chiaro conflitto di interessi.
Contravvenendo a qualsiasi norma di diritto amministrativo e del lavoro, dopo solo un anno di servizio cento persone sono state stabilizzate offendendo migliaia e migliaia di disoccupati che speravano in procedure concorsuali trasparenti e meritocratici. È grave, perché la stessa assunzione oggi è esposta a una vulnerabilità giuridica che la rende intrinsecamente traballante.
Ad oggi sul bando per 47 posti sono pervenute oltre 10 mila candidature. Questo è il prezzo del clientelismo che ha nomi, cognomi e infami. Non mollo e a giorni presenterò un esposto in procura e alla corte dei conti. Se i disoccupati della provincia di Lecce riuscissero a mobilitarsi faremmo rimangiare queste scelte ai borghesi servi del potere. Non escludo azioni eclatanti. Serve un movimento di popolo conto l’imbarbarimento dell’amministrazione.
Spero che alle prossime elezioni votino in massa i marginalizzati contro i beneficiati. Alle prossime consultazioni ci sarà modo di mandare a casa chi ha regalato un pacco carico di disoccupazione ai giovani della provincia di Lecce. Fatevi sentire. I vostri diritti non sono una merce.