Anche per l’Amministrazione comunale è tempo di saldi.

Cronaca/ di Redazione

Galatina – E siamo a sette. Dopo sei tentativi andati a vuoto per vendere i 9 immobili di proprietà comunale costituiti da 4 terreni e 5 fabbricati ci riprovano con il settimo dando seguito a quanto stabilito con la deliberazione di Consiglio comunale n. 21 del 29.03.2019.

Ci riprovano anche perché sull’argomento si sente forte sul collo il fiato della Corte dei Conti che non perde occasione per ricordare di essere aggiornata sulla situazione.

A giudicare dall’insistenza con cui la Corte chiede sempre ragguagli ci sta da pensare che le sorti del Comune di Galatina siano legate esclusivamente all’esito di questa vendita.

Ciò potrebbe spiegare anche tante altre cose che diversamente non avrebbero senso. Averle fatte soltanto oggi ed in misura diametralmente opposta a quanto fatto in precedenza può avere un suo significato preciso. Abbiamo spesso criticato il criterio da “scrivania” con cui era stato stabilito il valore degli immobili destinati alla vendita. Esiste un valore cartaceo ed un valore di mercato. Il primo lo si fa seduto tranquillamente dietro una scrivania assegnando valori catastali o storici senza aver neanche visionato gli immobili, il loro stato di conservazione e la loro reale appetibilità di mercato.

Quello della visione diretta dello stato dei luoghi è naturalmente quello che corrisponde maggiormente al reale valore di mercato di un immobile.

Quanto fossero fuori strada le valutazioni fatte con il Piano delle Alienzioni per nel triennio 2017-2019 era risaputo almeno per gli operatori di mercato. Ora si ha la certezza, col nuovo Piano delle Alienazioni Immobiliari per il triennio 2019-2021, che lo abbiano capito anche dalle parti di via Giuseppina del Ponte.

Solo qualche esempio per capire meglio cosa intendo dire. Nel precedente Piano a Palazzo Bardoscia era stato attribuito un valore di 2.030.000 euro. Nel Piano attuale il suo valore è sceso a 1.534.000 euro. Follie allora o follie oggi?

A Palazzo Mandorino era stato attribuito un valore di 615.000 euro. Oggi è stato quotato 465.000 euro. Follie allora o follie oggi?

All’ex carcere mandamentale era stato attribuito un valore di 1.070.000 euro. Oggi vien messo sul mercato a 808.000 euro. Follie ieri o follie oggi?

Palazzo ferrarese vede scendere le sue quotazioni da 456.000 euro a ben 345.000. Follie ieri o follie oggi?

E non è ancora tutto. Insieme a questo nuovo tentativo di vendita scatta anche un controsenso abbastanza ridicolo. Seppur individuato ed imposto un prezzo a base di gara per ogni immobile (in precedenza, eccetto in un’occasione, erano possibili sole offerte al rialzo) in questa tornata saranno possibili anche offerte al ribasso rispetto al prezzo base. Vogliamo ricordare che nell’unica occasione in cui furono possibili offerte al ribasso vi fu soltanto una ridicola su Palazzo Ferrarese.

Ora di grazia qualcuno dovrebbe spiegarci che senso ha aver fissato un prezzo base per poi dare la possibilità di fare offerte a ribasso. Quale pazzo potrebbe mai, alla luce di sei aste deserte, offrire un prezzo uguale o superiore a quello base?

Si potrebbe spiegare il tutto solo con un esagerato e fuori luogo ottimismo da parte dell’Amministrazione sull’appetibilità dei beni in oggetto e questo testimonierebbe che dal passato hanno capito ben poco.

Avrebbe avuto un senso logico, pur concedendo la possibilità di poter fare offerte al ribasso, se si fosse fissato un tetto limite a tale ribasso e principalmente non si fosse devoluto in un secondo momento ogni decisione agli “umori” di chi sarà chiamato a giudicare sulla congruità del prezzo.

Un’altra ilarità da farsi una bella risata la si incontra tra le clausole dell’ Avviso di gara. L’offerta, come si sa, deve restare segreta sino al momento dell’apertura delle buste delle offerte. Ebbene guardate cosa scrivono i nostri geni nel bando di gara a proposito del deposito cauzionale: ” Ai sensi del vigente Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà comunale l’offerta dei concorrenti deve essere corredata, a pena di esclusione, da un deposito cauzionale pari ad almeno un decimo del prezzo offerto dal concorrente per il Lotto per il quale partecipa. “

Si badi bene dal prezzo offerto dal concorrente e non del prezzo a base d’asta. Insomma effettuando un deposito cauzionale (fidejussione bancaria o assicurativa) pari ad 1/10 del prezzo offerto uno è come se dichiarasse a chi rilascia la polizza anche l’entità dell’offerta fatta. Alla faccia della segretezza.

Termine ultimo per la presentazione delle offerte sono le ore 12.00 del 19 luglio 2019.