Il progetto riguarda l’ampliamento dei piazzali per l’attività di trattamento di veicoli fuori uso di impresa già esistente in Galatina alla S.P. 362 km.13. Il contesto ambientale relativo all’ampliamento, secondo quanto dichiarato dalla Ecomar, sarebbe a forte vocazione extragricola per la presenza di attività di natura sia artigianale che commerciale frammiste ad aree ad uso agricolo.

L’attività produttiva che si intende avviare contempla l’ampliamento dei piazzali dell’impianto su un’area di proprietà adiacente l’impianto e separato dallo stesso da una strada interpoderale; la costruzione di un capannone per il trattamento dei veicoli da diporto e una palazzina uffici.

Ecomar s.r.l. intende trattare, oltre ai veicoli fuori uso per cui è già autorizzata, anche veicoli per trasporto in acqua. A tal fine intende
ridurre il numero di autoveicoli annui trattati di una pari quantità di natanti. Il quantitativo di veicoli annui da trattare sarà pari a circa 50 tonnellate per cui la ditta ridurrebbe il quantitativo di veicoli da trattare di 68 unità che, per un peso medio a veicolo di circa 735 kg, riconduce ad una riduzione di circa 50 t/anno di autoveicoli da trattare.

Pertanto nella futura configurazione Ecomar s.r.l. tratterà circa 5.932,0 veicoli/anno e circa 50 t/anno di unità da diporto.

Senza addentraci in dettagli tecnici e ambientalisti che non ci competono una domanda, però, sorge spontanea (come direbbe qualcuno).

Se il tonnellaggio complessivo, data la compensazione in diminuzione del materiale automobilistico da demolire, non produce differenze sostanziali quale necessità vi sarebbe per un ampliamento dello spazio di lavorazione chiedendo oltretutto una variante al PUG?