Cronaca/di p.z.

E’ datata 30 marzo 2023 l’ordinanza del Comando della Polizia Locale con la quale veniva autorizzato il sig. Congedo Marco, responsabile di cantiere per conto della S.C.I.E. (Società con sede in Nardò alla via Bellini) per l’esecuzione di lavori di scavo in un tratto di strada che comprende via U. Lisi e via Ovidio.

Sono trascorsi ormai cinque mesi, da quando la Società ha terminato i lavori di scavo ma del ripristino della regolare viabilità allo “status quo ante” , di cui fa riferimento la stessa ordinanza, neanche a parlarne.

Chiaramente il tempo ed il traffico hanno fatto il resto ma la chiusura degli scavi in modo approssimativo e la mancata bitumazione del manto stradale sono state la causa primordiale dello stato disastroso in cui versa, in modo particolare, il tratto stradale di via U. Lisi in prossimità della zona semaforica.

Chiaramente non sono nel frattempo mancati gli incidenti. L’ultimo è avvenuto questa mattina (1° agosto 2023) vittima un ragazzo di 16 anni. Non ha voluto che si chiedessero soccorsi seppur le sue ginocchia sanguinavano.

“Ho preso il motorino all’insaputa di mio padre per favore non chiamate il 118, dirò che sono caduto sul marciapiede”. E’ stata la sua preghiera.

Ha inforcato il suo scooter ed è scappato via. Certo sarà difficile darla a bere a suo padre, sarà difficile fargli credere che quelle ferite fossero il frutto di una semplice caduta sul marciapiede anche se, fortunatamente, grazie al casco ha evitato conseguenze ben più gravi.

Ora è il turno delle domande e dei commenti dei presenti.

Emerge una su tutte: “Come si può lasciare una strada in quelle condizioni senza fregarsene minimamente delle conseguenze?” Come dar loro torto. La strada è in totale dissesto, la buca che attraversa orizzontalmente quasi tutta via U. Lisi é profonda. Si sbanda anche con velocità ridottissima, ruote ed ammortizzatori saltano che è una meraviglia. Figuriamoci poi la pericolosità per gli scooter con cui la maggior parte degli studenti si reca a scuola nel vicino campus scolastico.

Emerge dai commenti che molti cittadini si sono anche recati negli uffici comunali dei Lavori Pubblici per segnalare e protestare. Emerge anche che a qualcuno risulterebbe che pure la consigliera comunale Loredana Tundo abbia fatto visita al funzionario responsabile, geom. Saverio Toma, per chiedergli di far pressione sulla ditta affinché metta in sicurezza la strada.

Pare proprio che sia i cittadini che la consigliera abbiano ricevuto in risposta spallucce o vaporose risposte tipiche di chi in cinque mesi si è altamente fregato della situazione e della stessa pericolosità della situazione.

Ma al termine di ogni lavori che riguarda interventi sul patrimonio comunale stradale (ma anche immobiliare etc.) non sarebbe compito del responsabile di settore alzare le sue stanche terga dalla sedia su cui sembrano attaccate con la colla a strappo per controllare e verificare la qualità del lavoro ed il famoso ripristino dello “status quo ante”?

Basta dare uno sguardo a come è ridotto il manto stradale della città grazie ai lavori eseguiti da parte di queste aziende che lavorano per conto di società elettriche, telefoniche, idriche etc. e si capisce benissimo quanto sia potente questa colla a strappo.

Dispiace dover riprendere il solito discorso. Chi controlla i controllori? Al di sopra del responsabile di settore geom. Saverio Toma vi è un dirigente, dott.ssa Consuelo Tartaro. Un assessore, Carmine Perrone. Tutti regolarmente pagati dai cittadini per svolgere, quantomeno con la diligenza del buon padre di famiglia, il proprio dovere.

Possibile che nessuno, in questi cinque mesi, sia mai transitato con la propria automobile da quella strada? Possibile che non sia mai giunto eco e della pericolosità e del disagio che sta creando quella strada? Possibile che nessuno si sia mai chiesto per quale motivo una Società esecutrice dei lavori ed un funzionario responsabile di settore possano liberamente ed impunemente soprassedere ad un loro preciso dovere?

I cittadini se lo chiedono strano che i controllori non se lo chiedano. Auguriamoci che prima o poi se lo chieda il nostro Sindaco.