Il Sedile

In arrivo altri debiti. Intanto si continua a spendere con incarichi legali che lo faranno lievitare.

Il contenzioso verte su degli espropri comunali sui quali è forse mancata la  volontà della ricerca di un accordo transattivo.

Cronaca/ di p.z.

Galatina – Certe situazioni ricordano un po quegli abiti un po fuori moda che invecchiano ma non riesci mai liberartene. Ogni anno a fine stagione ti riprometti di disfartene, poi per un motivo o per un altro l’anno successivo riapri l’armadio e te li ritrovi davanti. E ti viene in mente Lucio Battisti : “Ancora tu…ma non dovevamo non rivederci più?”.

Naturalmente il paragone è alquanto irriverente per degli stimati e bravi professionisti a cui chiediamo anticipatamente scusa per aver utilizzato questa bizzarra metafora ma era soltanto un modo per trasmettere in maniera più calzante ciò che provo ogni volta che mi ritrovo davanti a certi atti pubblici.

Quello di cui parlo succede in modo particolare (naturalmente, però, non solo in quello) con gli incarichi legali dove sembra sia in corso una specie di “ritorno al passato” motivato da esigenze di continuità e conoscenza della materia di cui si tratta per averla trattata in altre fasi di giudizio da legale interno dell’Ente.

Sicuramente saranno sensazioni del tutto personali e magari anche frutto di errate convinzioni ma vi descrivo il caso perché sono curioso di sapere quali pensieri e sentimenti si agiteranno in voi lettori.

Già scritto degli incarichi a catena conferiti dall’inizio dell’anno all’avv. Capodacqua da quando è cessato il suo rapporto di legale interno dell’Ente e quindi ricevuti nella veste di libero professionista. Per confermare la volontà da parte di qualcuno della continuità nella discontinuità (un pò come il far finta di cambiar tutto per per non cambiar nulla di gattopardesca memoria) ecco un altro incarico questa volta conferito all’avv. Annunziata Geusa a suo tempo anch’essa legale interno dell’Ente.

L’incarico parte con la Determinazione n.633 dell’8 maggio 2018 che fa seguito alla delibera di Giunta n.115 del 27 aprile 2018 con la quale è stato deliberato di affidare incarico di rappresentanza e difesa del nostro Comune alla professionista nel giudizio pendente innanzi alla Suprema Corte di Cassazione.

Il giudizio verte su una vicenda che ben presto porterà ulteriori debiti a Pantalone in quanto l’esito si sa già da tempo che è persa in partenza (allora perché stiamo perdendo tempo e soldi, direti voi? Appunto aggiungo io!) . Di queste particolarità e delle sue implicazioni avremo spazio e tempo per parlarne molto più diffusamente in futuro.

In sintesi trattasi di un esproprio di terreni per la realizzazione di opere pubbliche che però non sono stati pagati in parte o integralmente ai legittimi proprietari, da ciò è nato un contenzioso che dura da anni e che ricorso dopo ricorso è ormai giunto alle sue battute finali innanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Inutile dire che gli step precedenti ci hanno visto parte soccombente.

Ora, come scrive la Dirigente dell’Avvocatura Comunale l’incarico è stato conferito all’avv. Geusa per continuità di incarico essendo la predetta professionista già stata titolare di detto ruolo ai tempi in cui era legale interno del Comune.

Sono stati pertanto accantonati 1.400 euro per pagare le prestazioni della professionista.

Ora a parte la professionista che in fondo non fa altro che il suo mestiere ed il suo interesse la domanda che vorrei porre al Sindaco ed alla Dirigente è questa: pensate veramente possa esistere un minimo appiglio che possa indurre a far pensare ad un cambiamento della sentenza di secondo grado?

A che pro questo conferimento di incarico ad un legale esterno?

 

 

 

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