In 3 anni l’utenza è scesa da 90 unità a 26 e le educatrici da 11 a 4.

asilo nidoCronaca/Galatina/ di p.z.

Galatina – Sembra un copione già scritto di una fiction. Si sa già tutto di come gradatamente, lentamente andrà a finire ma ci sta da seguire rigidamente un percorso, una trama a cui attenersi nel rispetto dei ruoli.

Il soggetto sono gli asili nido comunali. Il loro destino sembra sia stato già da tempo disegnato. Devono lentamente sparire e lasciare il posto ai meno impegnativi e più clientelari asili nido privati. Basta scorrere l’iter procedurale e la storia per rendersi conto come si sia proceduto anno dopo anno verso un graduale sfrondamentodel loro numero, del personale e classi.

Partiamo dal 2011, anno in cui erano ancora funzionanti due asili nido. Quello di via Montecassino e quello di via Piave. Le due strutture ospitavano 90 bambini ed 11 educatrici. Funzionava quasi tutto alla perfezione, contenti i genitori, le educatrici ed il personale tutto.

Poi la decisione di chiudere nel 2012 l’asilo di via Montecassino. Motivazione ufficiale “lavori di straordinaria manutenzione”. Si disse che il tetto era a rischio crollo. Dopo meno di trent’anni dalla sua realizzazione la struttura è dunque già obsoleta e rischiosa. Non vado a ritroso per rintracciare progettisti, ditte, direttori dei lavori, collaudatori e quanti altri.

Restiamo in ambito asili nido. Le unità di struttura si riducono, quindi, ad una soltanto, quella di via Piave e già nel 2012 si registra un primo sostanzioso calo di circa il 30% di bambini ospitati. Le unità si riducono infatti a 62 le educatrici calano da 11 a 9 distribuite in 9 classi. sei con bambini da 18 a 36 mesi e 47 unità da gestire ed i restanti 15 bambini sono distribuiti in 3 classi con fascia di età compresa da 1 a 18 mesi.

Peggiora ancora di più la situazione nel 2013 le educatrici scendono 7 perchè nel frangente non sono state rimpiazzate le precedenti che sono andate in pensione. Tra coloro che sono andate in pensione anche la direttrice dell’asilo la sig.ra Orrico M. Teresa che naturalmente anch’essa non viene rimpiazzata. I bambini scendono a 42 unità. Quattro classi da 18 a 36 mesi con 47 unità complessive e tre classi da 1 a 18 mesi con 15 unità.

Quest’anno l’ asilo nido è ridotto quasi ai minimi termini. Le educatrici sono scese a 4 i bambini sono soltanti 26. Tre classi con 21 bambini dai 18 ai 36 mesi ed una sola classe con fascia d’età da 1 a 18 mesi con 5 lattanti.

Se tanto mi da tanto tra un anno o due l’asilo nido comunale chiiuderà primo di tutto per mancanza di educatrici che nostante il loro numero si sia ridotto da da 11 a 4 nessuno ha mai reintegrato cercando anzi di favorire una lenta e graduale migrazione verso altri settori della Pubblica Amministrazione come nel caso delle due educatrici che oggi ritroviamo una agli Affari Generali e l’altra nel settore Cultura per sopragiunta inidoneità all’impiego.

Parlavamo poi della mancata sostituzione anche della ex direttrice a cui è stato riconosciuto da parte di tutti un buon senso gestionale e una cura quasi materna della struttura e dei bambini. Andata in pensione è subentrato il caos principilamente perchè non è stata adeguatamente sostituita.

Delle quattro educatrici rimaste in servizio una di esse è in quasi perenne malattia e come se non bastasse è una delle cause principali della fuga dei genitori non appena apprendono che il proprio pargolo e capitato nella classe da lei gestita o che dovrebbe gestire. Restano pertanto, allo stato attuale dei fatti, tre educatrici ed un’assistente. Quest’ultima è assai apprezzata tanto che la sig. Orrico la utilizzava a suo tempo con funzioni di educatrice ed assegnataria di classe mentre ora è messa in un cantuccio a fare l’assistente.

Questa è in sintesi la situazione attuale dell’asilo nido comunale di via Pavia. Questa è la situazione in cui una classe politica poco accorta e lungimirante ( o forse troppo lungimirante) ha ridotto una funzione pubblica da sempre fiore all’occhiello, se funzionali ed efficienti, delle Amministrazioni all’avanguardia per civiltà ed efficentismo dei servizi pubblici. Non ho detto privati con soldi pubblici, ho detto pubblici.