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Sono ben 270 circa le scadenze fiscali da oggi sino a fine mese. Tra versamenti, comunicazioni, ravvedimenti, dichiarazioni ed istanze da presentare all’Erario, il calendario è particolarmente fitto ed ingarbugliato. È quanto evidenzia uno studio condotto dalla sezione di Lecce dell’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc).
Alcuni appuntamenti con il Fisco rientrano tra gli adempimenti ordinari, ma altri sono rispuntati per il rinvio dei pagamenti, a causa del coronavirus.
I contribuenti saranno chiamati alla cassa perimposte, tasse, contributi previdenziali e, per coloro i quali hanno optato per la rateizzazione, ci sarà da pagare anche l’Irap e il saldo/acconto dell’Irpef. La giornata più complicata sarà proprio oggi. È prevista, infatti, la liquidazione periodica Iva riferita al secondo trimestre solare precedente e ben 174 pagamenti, tra Irpef, addizionali, cedolare secca, ritenute, Iva, Ires, Irap ed imposte sostitutive, a cui si aggiungono i 13 posticipi di pagamento introdotti per il Covid-19.
Con il decreto Agosto (in fase di conversione di legge), inoltre, è prevista un’ulteriore parziale proroga per queste 13 scadenze secondo queste modalità: il 50 per cento del dovuto si può versare in un’unica soluzione entro oggi o in quattro rate mensili di pari importo (di cui la prima il 16 settembre); il restante 50 per cento del dovuto si può rateizzare al massimo in 24 rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata a partire dal 16 gennaio 2021.
L’altra fatidica data è il 30 settembre, che si articola in 45 versamenti, tre dichiarazioni, otto comunicazioni, otto ravvedimenti o remissione in bonis ed altrettante richieste ed istanze. Nel mezzo ci sono anche le scadenze del 21, 25 e 28 settembre.
«Si tratta una vera e propria maratona fiscale davvero insostenibile perché ostacola l’attività quotidiana delle imprese e ne complica la tenuta della contabilità», è il duro commento della sezione di Lecce dell’Associazione italiana dottori commercialisti ed esperti contabili . «Ci sono tanti, troppi adempimenti fiscali e sembra mancare un disegno organico di semplificazione che riguardi in modo strutturale l’intero sistema tributario. La materia è delicata e complessa, in quanto legata alla sostenibilità dei conti pubblici, ma occorre intervenire efficacemente per ridurre lo scadenziario fiscale».
Con il decreto «Cura Italia» e il decreto «Liquidità» prima, con il successivo decreto «Rilancio», e poi ancora con il decreto «Agosto», il Governo ha sospeso e rinviato un’ampia gamma di versamenti di ritenute, tributi e contributi. Sono state differite le scadenze e sospesi versamenti fiscali e contributivi (per tutte le imprese di piccola dimensione e senza limiti di fatturato per le imprese operanti nei settori più colpiti); sospesa la riscossione e l’invio delle cartelle esattoriali; degli atti di accertamento e dei pagamenti dovuti per i diversi provvedimenti di sanatoria fiscale.
In particolare,erano stati sospesi, fino al 16 settembre, tutti i versamenti relativi alle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, all’imposta sul valore aggiunto e ai contributi previdenziali e assistenziali, nonché ai premi per l’assicurazione obbligatoria, a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione e degli enti non commerciali.