La responsabile dell’Ufficio di Piano, dott. Bianco, smentita dallo stesso contratto che si ostinava a non voler consegnare all’AssoConsum.
La responsabile dell’ Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale Sociale, Maria Teresa Bianco, deve avere una concezione del tutto particolare e personale della gestione del servizio pubblico a cui è preposta. Se poi si tratta del servizio di ADI-SAD (assistenza domiciliare ed integrata agli anziani) chiederle qualcosa pare quasi come se le si chiedessero notizie intime sulla sua vita privata. Riuscirà mai a capire, che gestisce un servizio pubblico, finanziato con soldi pubblici? La speranza è l’ultima a morire.
Venendo ai fatti si è già capito che stiamo parlando del servizio ADI-SAD. Come Sedile ce ne siamo ampiamente occupati sia ai tempi della gestione CESFET (Società che la responsabile dell’Ufficio di Piano conosce benissimo) sia come gestione dell’ATI tra l’ Auxilium di Senise e la Egle di Martano.
Per quanto riguarda la ATI ( Associazione temporanea di imprese) i motivi per cui ce ne eravamo occupati sono gli stessi per cui si è mossa da tempo anche l’AssoConsum (Associazione per la difesa dei consumatori e dei cittadini) nella persona del suo presdiente provinciale avv. Stefania Isola, ossia le condizioni di lavoro ed economiche del personale. In seguito ad una bozza di contratto che l’ATI aveva chiesto fosse firmata ai propri dipendenti e di cui eravamo venuti in possesso avevamo accusato l’Auxilium di non rispettare le condizioni previste nel capitolato di appalto e l’Ambito di Piano di omesso controllo.
In particolare non veniva rispettato il numero minimo di ore da assicurare ad ogni dipendente (16 settimanali), la paga oraria (17,18 euro/ora) ed il numero addetti al servizio quantificato in 27 unità. L’ATI intendeva far firmare un contratto di lavoro per 10 ore settimanali ad una remunerazione di 8 euro l’una. Per questi stessi motivi e per “ informazioni assunte dagli organi di stampa” l’AssoConsum si è mossa ed ha ufficialmente chiesto tutto il carteggio relativo alla pratica ADI-SAD .
La responsabile dell’ ufficio di Piano, sicuramente professionalmente assai preparata come Assistente Sociale, dimostra (o finge di dimostrare) lacune vistose in ambito amministrativo bagaglio che dovrebbe essere indispensabile per dirigere con funzioni di responsabilità un’attività complessa come quella dell’Ambito Territoriale Sociale.
Ecco cosa risponde la dott. Bianco alla richiesta di documentazione fatta dall’AssoConsum: “E’ utile puntualizzare che la richiesta di chiarimenti indicata con la nota trae la sua origine da “notizie di stampa” e fonda i suoi elementi in presupposizioni, ipotesi e circostanze apparenti che da sole ed in assenza di elementi di certezza limitano quando privano del tutto la Pubblica Amministrazione di ogni concreto presupposto legittimo di verifica”
Ora circa le notizie di stampa ed il loro ruolo pubblicheremo a parte alcune considerazioni fatte in tal senso dal Presidente del Senato Pietro Grasso, la seconda carica istituzionale dello Stato. Chissà che non riescano a farle capire perché vien fatta una distinzione tra servizio pubblico e servizio privato.
Poi prosegue affermando : “Questo Ambito ha affidato all’ATI tra la Cooperativa Auxilium e la Cooperativa Egle due distinti Servizi (…)“ Sogno o son desto? Come fa a dire che trattasi di due distinti servizi se la gara è stata unica? Ha forse fatto due gare “distinte”? Ci siam persi qualcosa? Perché due son le cose : o si tratta di un unico servizio seppur l’assistenza è sia domiciliare che integrata oppure è stata sbagliata la procedura di gara. Sarebbe importante capirlo e saperlo.
Poi conclude con un capolavoro sui due servizi distinti affermando che per essi : “ è riconosciuto un compenso posto in relazione al numero delle ore che si presume possano essere utilizzate per gli scopi del servizio e non da una programmazione predefinita a monte. E’ fatta altresì salva la libertà di organizzazione del Servizio in capo all’operato dello stesso, il quale dovrà si garantire il rispetto della tariffa oraria prevista dal capitolato collettivo di categoria ma non necessariamente il mantenimento degli stessi livelli occupazionali in termine di ore impegnate pro capite”
Io non so se, la dott. Bianco, si sia resa conto di ciò che ha scritto ma credo proprio di no anche perché queste stesse dichiarazioni le ho sentite in Consiglio Comunale da altra fonte su un’interpellanza consiliare. Ci sta a sufficienza per invalidare la gara se fosse vero un solo milligrammo di parole di quanto ha scritto. Ci ha in parole povere detto che il capitolato di oneri della gara non ha alcun valore eccetto che nella parte relativa all’entità del compenso orario. Ha detto che è la stessa cosa se una Società partecipa ad una gara al ribasso sapendo di dover assumere 27 unita a circa 18 euro l’ora e per 16 ore settimanali oppure “ non deve garantire il mantenimento degli stessi livelli occupazionali in termine di ore impegnate pro capite”. Ma dove l’ha letto? Scriveremo a Misteri per scoprirlo. Dimentica poi che neanche la paga oraria è quella da contratto a meno che per lei 8 o circa 18 non siano la stessa cosa.
Dimostreremo come quanto detto dalla Responsabile dell’Ambito siano delle pure invenzioni se non delle sciocchezze certificate quando parleremo del contratto. Ritornando alla richiesta dell’AssoConsum circa la documentazione relativa al servizio ADI-SAD la stessa le viene fornita il 31 di maggio ma priva del contratto tra l’Ambito e l’ATI con la motivazione che il contratto è in fase di registrazione. Un servizio già assegnato il primo di marzo sta andando avanti senza un contratto registrato? Vedrete, in seguito, che la realtà è peggio ancora di quanto immaginate.
L’Assoconsum ritorna alla carica e chiede le venga consegnata una copia informale del contratto non avendo chiesto una copia registrata. La risposta è il silenzio, tanto che il 9 giugno l’Associazione invia una formale diffida al Sindaco ed alla Responsabile dell’Ufficio di Piano a compiere quanto dovuto avvertendo che in difetto presenterà un esposto alla competente autorità giudiziaria. Il 1° luglio finalmente accompagnata da una lettera arrogante nella forma e nei contenuti viene consegnata copia del contratto.
Qui arriva il bello. Cosa dice il contratto? Ci dice come prima cosa che contrasta nettamente con quanto scritto ufficialmente dalla responsabile dell’Ufficio di Piano tanto che dovrebbe essere sottoposto alla visione di organi competenti a verificare il rispetto dei requisiti della buona amminsitrazione e non soltanto di quella.
Il contratto tra l’ATI e l’Ambito, come risulta dallo stesso, è stato firmato il 18 di giugno 2015 (il 31 luglio scadrà). Il servizio è stato assegnato all’ATI il 1° marzo il che vuol dire che l’ATI sino al 18 giugno ha lavorato senza alcun contratto. Ma non è tutto, la stessa ATI, lo dice sempre lo stesso contratto, tra l’Auxilium e la EGLE è stata costituita ufficialmente il 7 giugno 2015. Ciò spiega due cose: la prima che a lavorare ed a gestire un servizio pubblico è stata una entità giuridicamente inesistente e la seconda che era quello il motivo per cui il contratto è stato sottoscritto il 18 giugno.
Veniamo ora alle clausole contrattuali che smentiscono categoricamente la responsabile dell’Ufficio di Piano. Il contratto all’art. 2 recita : “ Il servizio deve essere realizzato nell’integrale rispetto delle regole tecniche ed in conformità e piena osservanza delle condizioni contenute nel capitolato d’oneri” Capito? Integrale rispetto!
All’art. 4 poi così recita: “ la ditta appaltatrice, nell’esecuzione di cui al presente contratto si impegna ad utilizzare operatori con specifica esperienza e qualificazione e per un monte ore non inferiore a quello previsto nella medesima proposta progettuale e nel capitolato d’Appalto”. Anche qui è chiarissimo per tutti cosa stabilisce il contratto tranne per la dott. Bianco la quale continua a ad asserire e scrivere che l’ATI “ dovrà si garantire il rispetto della tariffa oraria prevista dal capitolato collettivo di categoria ma non necessariamente il mantenimento degli stessi livelli occupazionali in termine di ore impegnate pro capite”. Le ore devono essere 16 a settimana per ogni dipendente, anche se ne assume 50, questo dice il contratto.
Speriamo che almeno ora abbia capito che, stampa o non stampa, ha il dovere di controllare che vengano rispettate le clausole contrattuali e leggersi bene i contratti prima di esondare in presuntuose inesattezze. Naturalmente sull’argomento ritornerò domani, come informazione vi dobbiamo ancora qualche altro documento che certifica il livore, l’arroganza con cui una volta messi contro il muro dei loro doveri, Segretario Generale e Responsabile di Piano, rispondono all’avvocato Isola e probabilmente anche la conseguenziale risposta ricevuta unitamente ad iniziative intraprese dall’AssoConsum che sulla vicenda hanno investito l’ANAC… e forse altro ancora.