Eventi

Storie, teatro, musica: tre appuntamenti per immergersi nel racconto. Dalla memoria dei luoghi e delle persone che li hanno vissuti, a storie che tutti ci hanno attraversato.

Da qui si muove Attraversamenti, la rassegna a cura di Ura Teatro, alla sua seconda edizione in programma dal 6 luglio al 10 agosto a Masseria Torre Nova, nel parco di Porto Selvaggio di Nardò (Le). In questo prezioso luogo si accendono i riflettori per provocare un focus proprio sul senso ultimo del raccontare.

Si parte sabato 6 luglio con “Via, epopea di una migrazione”, affermata produzione di Ura Teatro con Fabrizio Saccomanno e Cristina Mileti: racconta la grande e dolorosa emigrazione degli italiani che andarono a lavorare nelle miniere di carbone in Belgio.

Sabato 20 luglio sarà la volta de “L’Acquasantissima, ultimo giorno di Don Salvatore”, coproduzione Ura Teatro e Teatri Del Sacro, Premio della Critica – Palio Ermo Colle 2023, con Fabrizio Pugliese, che firma testo e regia insieme a Francesco Aiello, e le musiche di Remo De Vico.

Sabato 10 agosto si chiude con l’attesa messinscena di “Verbamanent, Canto per Ennio De Giorgi”, nuovo spettacolo di Ura Teatro realizzato in coproduzione con Dipartimento Matematica dell’Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, UMI Unione Matematica Italiana e con la collaborazione di Università del Salento: a raccontare il grande matematico leccese sono Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese con la musica dal vivo di Marco Schiavone.

Tutti gli spettacoli sono alle ore 20.45. L’ingresso è libero con contributo volontario.

Info e prenotazioni: 328.5317676 – 340.3129308.

Dettagli e aggiornamenti sulle pagine Facebook e Instagram di Ura Teatro.

La rassegna Attraversamenti è inserita nel programma “Emozioni d’estate”, la rassegna di eventi e iniziative del Comune di Nardò per l’estate 2024. È realizzata con il sostegno dell’assessorato alla Cultura e all’Ambiente guidato da Giulia Puglia e con il supporto dell’ufficio Parco.

ATTRAVERSAMENTI – CALENDARIO

LUOGO: Masseria Torre Nova – Porto Selvaggio

Sabato 6 luglio – ore 20.45

VIA EPOPEA DI UNA MIGRAZIONE

Ideazione e progetto di Stefano De Santis e Fabrizio Saccomanno

drammaturgia e regia di Fabrizio Saccomanno

con Fabrizio Saccomanno e Cristina Mileti

organizzazione Laura Scorrano

Prima tuttu è fermu.

Poi zzicca a caminare tuttu te paru.

Quannu viti u terremotu, quannu c’è tantu tefare ddha sutta, tocca te stai attentissimu,

Sia ca stai inguerra ete,

Percé è cusìalla miniera, nunn’è na cosa facile, è na cosa difficilissima.

Tocca apri l’occhi, ci ho bei alla miniera,

Si no, nu ci veni.

“VIA” racconta la grande e dolorosa emigrazione degli italiani che andarono a lavorare nelle miniere di carbone in Belgio. Racconta l’Italia del dopoguerra, gli accordi tra la nascente Repubblica Italiana ed il Belgio, il viaggio nei treni rinchiusi come bestie, il duro lavoro in miniera, la tragedia di Marcinelle. Il lavoro è stato scritto a partire dalle proprie memorie familiari. Le storie raccontate dai nonni e dai genitori sono state ritrovate nelle parole delle vedove e dei minatori tornati in Italia, raccolte in un lavoro sul campo di interviste che offrono una ricostruzione aguzza e inflessibile di quella vicenda.

Sabato 20 luglio – ore 20,45

L’ACQUASANTISSIMA ultimo giorno di Don Salvatore

con Fabrizio Pugliese

Testo e Regia Francesco Aiello, Fabrizio Pugliese

Musiche Remo De Vico

Organizzazione Laura Scorrano

Coproduzione Ura Teatro e Teatri Del Sacro

Premio della Critica – Palio Ermo Colle 2023

Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica?

Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime?

In scena è un mafioso stesso a parlare: le storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo.

La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione, senza ideologia.

I mafiosi hanno costruito un’immagine di se da ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia, ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi.

La mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere.

Abbiamo dato forma ad una creatura narrante, un’anima nera, il lato oscuro del pensiero meridiano.

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.     ITALO CALVINO

Sabato 10 agosto – ore 20,45

VERBA MANENT Canto per Ennio De Giorgi

con Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese

musica dal vivo Marco Schiavone

Tecnica Graziano Giannuzzi

Direzione organizzativa Laura Scorrano

Coordinamento Piermarco Cannarsa con Alessandra Bernardi, Maria Stella Gelli insieme alle segreterie dei partner coinvolti

Spettacolo di Ura Teatro

In coproduzione con Dipartimento Matematica dell’Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, UMI Unione Matematica Italiana E con la collaborazione di Università del Salento

“Non c’è nulla di più barbaro di uno spirito puro”.

Fu la prima cosa che disse Renato Caccioppoli, il grande e tormentato matematico napoletano, ad Ennio De Giorgi, giovanissimo neo laureato che “osò” intervenire durante una sua lezione. Poi aggiunse “Mi pare che lei sia un’eccezione”, ed entrò nel merito della questione sollevata da Ennio.

Abbiamo cercato di raccontare la genialità di Ennio De Giorgi, uno dei più grandi matematici italiani, nato a Lecce l’8 febbraio 1928.

Ennio De Giorgi non era solo un matematico di fama internazionale, aveva la capacità di sciogliere la complessità di certe teorie con eleganza e semplicità, doti che tutto il mondo accademico gli riconosce tutt’oggi.

E poi c’è la vita di Ennio dove la genialità andava di pari passo con la sua umanità, la sua sincerità e la sua assoluta apertura verso il mondo.

Come lui stesso ebbe a dire a più riprese “La scienza senza la sapienza è nulla”.

Uno spirito puro, questo era De Giorgi, uno spirito che sapeva conciliare la complessità delle sue teorie matematiche con la semplicità e la meravigliosa umanità dei suoi gesti quotidiani.

E a noi, burattinai di parole, resta il compito di raccontare, utilizzando un’altra lingua che non è la matematica, ma il gioco del teatro, la bellezza di questo spirito puro.