Rubriche/di Coldiretti Puglia
Occorre intensificare la ricerca e le misure precauzionali evitando però pericolosi allarmismi che in passato hanno provocato ingiustamente pesanti danni economici alle imprese avicole con conseguenti gravi perdite occupazionali.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al caso riscontrato di influenza aviaria ad alta patogenicità, con 20 uccelli morti in un allevamento rurale di Lecce.
“Bene l’intensificazione dei controlli e delle misure precauzionali contro la diffusione dell’aviaria”, afferma il presidente di Coldiretti Lecce, Costantino Carparelli, nel sottolineare che “occorrono misure di prevenzione urgenti per confinare il focolaio e fermare la malattia con una cintura di sicurezza utile a mettere in sicurezza oltre 236mila galline per la produzione di uova da consumo in provincia di Lecce”.
In Puglia negli allevamenti avicoli ci sono 3,9 milioni di polli da carne e 991mila galline per uova da consumo in Puglia, dove in media ogni allevamento – insiste Coldiretti Puglia – conta 40mila galline che producono ognuna 250 uova dichiarate all’anno.
Bisogna salvaguardare il made in Italy attraverso la tracciabilità e l’origine, indicando la provenienza di carni avicole e delle uova per consentire scelte di acquisto consapevoli in un momento in cui è importante sostenere l’economia, il lavoro e il territorio della Puglia, prevedendo – aggiunge Coldiretti Puglia – da un lato il risarcimento dei danno economici eventualmente subiti dalle aziende e investimenti nelle imprese avicole per misure di biosicurezza, comprese le spese sostenute per misure sanitarie e dall’altro il rafforzamento del sistema di sorveglianza e prevenzione dell’influenza aviaria.
Tra l’altro, il settore avicolo Nade in Italy risulta l’unico autosufficiente della zootecnia italiana con ottimi livelli di autoapprovvigionamento, producendo in media oltre il 100% di carni di pollo consumate in Italia. Le carni di pollo con 20 chili a testa all’anno – spiega Coldiretti regionale – sono le più presenti sulle tavole degli italiani con oltre 1/3 (35%) della spesa totale seguite da quelle bovine (33%) e di maiale (20%). Mentre nel confronto con il resto del mondo – spiega la Coldiretti – i consumi dell’Italia si attestano sotto la media UE che supera i 25 chili mentre negli Stati Uniti e in Canada si tocca il picco di 47,4 chili e in America Latina si arriva a 32,2 chili pro capite. A livello nazionale l’Italia può contare su una rete di 6.300 allevamenti professionali che offrono lavoro a 64mila persone per una produzione totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole in grado di garantire l’autosufficienza al Belpaese spiega un’analisi di Coldiretti su dati Unaitalia. Una filiera che risponde all’esigenza di 8 italiani su 10 (82%) che per il loro carrello della spesa puntano sui prodotti Made in Italy secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Una ricerca facilitata anche dalle informazioni contenute nell’etichetta di origine obbligatoria delle carni avicole che – conclude Coldiretti – ha compiuto i suoi primi 18 anni essendo nata ufficialmente il 17 ottobre 2005.