Rubriche/Opinioni/di Luigi Mangia
La visione del “pensiero blu” dell’Autismo è una visione altra e lontana, nella mente, capace di stupire. L’Autismo non è una malattia, ma una condizione di caduta del corpo nel mondo di essere diverso dagli Altri. L’Autismo è uno “stigma” le cui origini sono nei tempi delle tradizioni popolari. Nella storia, infatti, l’autismo è stato definito il “male del freddo” perché si pensava che fosse colpa della donna-madre, la quale era fredda a ricevere la nascita del figlio autistico e quindi lo rifiutava.
Il dramma del dolore non era nel corpo della madre, ma nella società che accoglieva il bambino con l’aggettivo “bambino autistico”. Per le madri ci sono figli, per la società ci sono figli autistici, sordi, ciechi e zoppi. La strada dell’emarginazione comincia dagli aggettivi con cui la società compila il catalogo delle diversità degli esclusi perché nati malati.
L’Autismo è una condizione difficile da gestire, da vivere e da comprendere. È una croce sulle spalle delle madri, le quali devono lottare per inserire i loro figli nella società e farli rispettare.
L’Italia nell’Istruzione ha fatto la scelta della Scuola dell’inclusione. Un insegnante di sostegno su tre è senza specializzazione e spesso nella Scuola manca la continuità didattica, fondamentale nel processo positivo per la formazione personale ed intellettuale dello studente con difficoltà. Ma ciò che rende difficile e complica nella Scuola dell’Inclusione dello studente disabile è la figura dell’assistente, fondamentale, che spesso manca, la cui nomina spetta al Sindaco.
Gli Autistici hanno una vita molto difficile. In passato finivano in manicomio perché erano considerati malati di mente. Nel nostro tempo la loro fine è quella di vivere nei centri diurni e da grandi nelle RSA perché la Sanità della cura della salute nel territorio, o è in ritardo o è ancora totalmente assente.
Il modello sanitario dei servizi alla persona nel Sud è in grave ritardo rispetto ai Comuni del Nord. Il PNRR investe risorse finanziarie per superare la differenza dei servizi sociali fra Sud e Nord dell’Italia. È imperdonabile per tutti perdere le opportunità di spendere bene i soldi dell’Europa per realizzare e garantire la salute a tutti ed in particolare ai più bisognosi, secondo lo spirito della Costituzione.
In Puglia ci sono ventitremila soggetti autistici, cinquemila di loro sono in età scolare. Le famiglie, spesso sole, chiedono di avere per i loro figli un’offerta formativa potenziata, in cui la riabilitazione e la formazione siano obiettivi unificati e certificati; di avere laboratori orientati ai valori della creatività sociale e dell’arte; di avere impianti sportivi accessibili; di avere un’integrazione vera al lavoro, in una parola l’attuazione della legge 2015 sull’Autismo.
Tutti abbiamo il dovere di non deludere, dimostrando grande responsabilità.