Per ottenere il mal tolto il pensionato dovrà promuovere un giudizio con domanda al Giudice del lavoro. Per ridurre le spese di giudizio il presidente provinciale dell’associazione, avv. Stefania Isola, sta raccogliendo adesioni.
Come è noto, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 70 ha bocciato il blocco delle indicizzazioni delle pensioni stabilito dalla legge Fornero.
La pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla Gazzetta Ufficiale ha confermato in pieno la tesi sostenuta da Asso-Consum, la quale ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per appropriazione indebita nei confronti del Ministro delle Finanze per il caso della mancata corresponsione della rivalutazione Istat. Un altro esposto di Asso-Consum, invece, è stato inviato alla Corte dei Conti in merito al danno erariale per la mancata corresponsione degli interessi maturati.
“L’incostituzionalità di questo blocco era già stata riscontrata dall’allora sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo – sottolinea il presidente Asso-Consum Perrotta – per questo ci siamo mossi per primi in quest’azione di denuncia.”
La sentenza della Consulta è chiara nei suoi aspetti applicativi: l’Inps dovrà restituire ai pensionati i soldi sottratti per effetto della norma Fornero: questo significa che qualsiasi altra minore restituzione, anche quella disposta dalla legge appena varata dall’Esecutivo, è illegittima.
Tanto è che il Tribunale di Napoli con provvedimento del 29/05/2015 ha ingiunto all’Inps di pagare a favore di un pensionato la somma che lo stesso non aveva percepito a seguito della mancata indicizzazione della sua pensione.
Il succitato provvedimento è stato emesso a seguito di ricorso presentato prima della legge del governo sui rimborsi parziali (impropriamente, a parere di chi scrive, chiamati “bonus”), che, è bene ricordarlo, riconosce relativamente al biennio 2012-2013 una rivalutazione del 40% per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo e del 10% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo. Il decreto stabilisce che in relazione al biennio 2014-2015 il rimborso sarà pari al 20% di quanto previsto per il biennio precedente. Il tutto con rimborsi medi di 500 euro (da un minimo di 278 euro a un massimo di circa 750 euro) da corrispondere dal 1° agosto.
Per ottenere il mal tolto, quindi, il pensionato dovrà promuovere un giudizio con domanda al Giudice del lavoro di rinviare nuovamente alla Consulta la questione sulla legittimità del DL sui rimborsi parziali, provvedimento, quest’ultimo, che è entrato in vigore il 21 maggio, data della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Con queste premesse, anche la sede locale di Asso-Consum, nella persona dell’avv. Stefania Isola quale Presidente Provinciale, sta raccogliendo adesioni preliminari, da confermare, al fine di poter ridurre al minimo le spese di giudizio.
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