Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico
Lo stupore della notte, mi sorprese nel non vedere il consigliere ANTONACI “battere cinque” con tanti suoi colleghi politici di lungo corso, che cito così nello stesso ordine riportato dai giornali: MELLONE, LEO, MARTI, METALLO, GRAZIANO, PAGLIARO.
Eppure aveva tutti i titoli e meriti, era stato lui “l’aggiunta” gratuita e vincente che aveva determinato a cascata la festa.
Forse non era lì per timidezza o forse perchè non gradiva l’allegra compagnia, ma sicuramente era da qualche altra parte a brindare con pochi intimi e a predisporre le mosse politiche successive.
Dr. confesso che nelle pieghe delle mie parole, anche quelle corsive, c’è un pizzico di invidia.
La sua sarebbe stata una bella “storia”, quelle storie che nascono dal basso, da quattro amici al bar, quelle storie che nascono già senza ambizioni.
Con poche idee ma che poi prendono il largo, che strada facendo possono diventare grandi, sempre più grandi, quelle idee che danno il senso dell’inaspettato, dell’avventura.
Mi ha sempre affascinato l’idea dell’ “onda lunga”, che parte dal nulla, che è pure difficile far partire ma che poi una volta partita nessuno può fermare.
Quelle storie, mi sono sempre piaciute ma non ho avuto mai modo di viverle.
Quelle storie che cominciano con quei pochi spicci risparmiati per una pizza rimandata ad una successiva occasione o un desiderio rinunciato per finanziare un’idea poltica, un progetto politico, un sogno.
Mi è dispiaciuto il finale della storia e quel finale ha sminuito la storia stessa.
E’ stata come una “resa”, arruolato con le forze che aveva eroicamente combattuto e che giustificavano la sua discesa in campo.
Mannaggia, mi devo ancora fermare per appuntire di nuovo la matita che quasi non scrive più.
Domani è un nuovo giorno. Dicono che pioverà.