“Si è consumata. giorni fa, una sceneggiata degna del Merola dei tempi migliori. Tutti quanti impegnati a salvare la faccia più che l’ospedale”.
Galatina – Il pensiero dominante che avvolge la maggioranza che va da Amante al PD, è l’essere essi stessi parte degli “esseri politicamente ragionanti”.
Ed è questa forse la ragione che fa veder loro quel che tutti gli altri non vedono.
Si è consumata, pochi giorni fa, tra passerelle e deliri, una sceneggiata napoletana degna del Mario Merola dei tempi migliori.
Tutti quanti impegnati a salvare la faccia più che l’ospedale.
L’ospedale chiuderà, domani o dopo domani, non importa. Il dato “logico” è questo.
Il resto è solo inutile spreco di tempo e di parole.
E piaccia o non piaccia, il nuovo ospedale del sud-salento, nascerà “là” non a caso, nascerà “là” per scelta politica, per la scelta politica di chi intende ancora la politica stessa, un mezzo per fare l’interesse del suo territorio, del suo paese. Tutto qua.
Il discorso è semplice, molto semplice.
Non abbiamo saputo mantenere quella centralità che altri avevamo faticosamente costruito.
Quella centralità è stata trasferita in altre parti per nostra incapacità di trattenerla. Per mancanza di “classe politica”. Il “riordino” non poteva trovare debolezza migliore per imporsi.
Imbarazzante sentirli parlare, a tratti offensivo.
Straordinaria poi, l’incapacità di comprendere che i nostri voti, le nostre preferenze, sono andate spesso a finire su indicazione dei vari leader che di volta in volta si sono succeduti, a chi con ogni voto ricevuto componeva un mosaico che segnava la fine della nostra città.
Ognuno ha le sue piccole o grandi colpe.
Inutile ora dondolarsi tristemente in un bla..bla..bla.. che nel suo piacevole frastuono finisce per non far sentire neanche noi stessi.
Ovunque saremo la gente ci maledirà. Nel frattempo confido, prego e spero in tutto l’ impegno che questa maggioranza può dare e sono certa può dare tanto, nel portare velocemente a termine l’opera di demolizione per cui è stata votata dalla gente.
La stessa gente che per il medesimo motivo, non ha più diritto di parlare.