“La Tap- sostiene in una nota il consigliere regionale PD- ha senso solo se si riconverte Cerano”
Politica/Bari/ Nota di Sergio Blasi
“Nelle ultime ore- afferma Blasi- si moltiplicano le voci che sul gasdotto Tap sostengono l’ipotesi “facciamola ma non a San Foca”. Voglio dire chiaramente che ciò ormai non è sufficiente. Dobbiamo porci il problema di una localizzazione diversa e soprattutto funzionale allo sviluppo della Puglia. Dove dovrebbe approdare, se non a San Foca? E sulla base di quali valutazioni, se a San Foca non va bene, la Tap dovrebbe approdare a Lendinuso, Brindisi o altrove? Mesi fa chiesi una riunione monotematica del Consiglio regionale proprio sulla Tap, per giungere a una posizione politica condivisa, questa riunione fu rimandata per la coincidenza con l’Open Space Technology (OST) organizzato dalla Regione.
Ora finalmente se ne discuterà, e spero che sarà l’occasione per superare ogni generica presa di posizione ed entrare nel merito del futuro della produzione energetica in Puglia. Possiamo continuare a sommare impianti su impianti? O è arrivato il momento di fare i conti con quanto già esiste e valutare se, prima di aggiungere qualcos’altro, non valga la pena di riflettere su possibili riconversioni, proprio grazie al gas?
Per quanto mi riguarda ho sostenuto e continuo a sostenere che la Tap ha senso solo se ci aiuta a riconvertire la centrale a carbone di Cerano. Come territorio e come classe politica possiamo mostrare la maturità del dire sì a una infrastruttura che serve all’Unione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, ma a patto che il saldo sia positivo per la nostra gente. E l’unico guadagno per cui vale la pena accettare la Tap è quello in termini di salute. Liberarci dal carbone di Cerano con il gas di Tap è possibile, se il governo riesce a mettere allo stesso tavolo le due aziende e a progettare una grande opera a tutela della salute dei brindisini e dei leccesi.
Il governo può farlo, l’Enel è una grande azienda a maggioranza pubblica e Renzi ha tutto il carisma e l’autorevolezza per convincerne i vertici a valutare l’ipotesi della riconversione. È arrivato il momento di farlo perché il Salento è uno dei territori più inquinati d’Italia e quello dove più alto è il tasso di incidenza dei tumori e delle malattie causate dall’inquinamento atmosferico e perché gli accordi internazionali di Lisbona obbligano il nostro paese a decarbonizzare la produzione energetica.
Il can can sulle sponsorizzazioni è solo fumo negli occhi, qualcosa che punta a distogliere l’attenzione dalle questioni di merito. La Tap ci offende cercando di far credere ai salentini che le interessa qualcosa della loro cultura locale. Cominci invece a rispettare le ambizioni turistiche e il lavoro dei cittadini del Salento, che cercano di costruire un modello di sviluppo diverso dalle devastazioni industriali come Cerano delle quali paghiamo tutti le conseguenze”.