Cronaca/di Redazione
Nei giorni scorsi il consigliere regionale Donato Metallo aveva utilizzato il sito social per spiegare, dal suo punto di vista politico, la sua scelta di appoggiare Fabio Vergine nella sua campagna elettorale a Sindaco di Galatina.
“Grandi e autorevoli esponenti pontificano, da un pulpito poco credibile, sulla mia scelta di sostenere il sindaco Vergine a Galatina. – ha scritto Metallo- Riguardo poi al fatto che Vergine fosse sostenuto anche da esponenti del centrodestra fa specie la polemica solo strumentale sollevata. Stesso schema è stato replicato in tante altre realtà amministrative, in questa e nelle precedenti tornate, dove i Pontefici e tuttologi che ora si stanno scandalizzando, erano schierati con propri uomini o partiti fianco a fianco a quegli esponenti che ora invece mi rimproverano di avere accanto”.
“C’è chi fa il politico di sinistra a parole spesso radical chic – ha chiosato il consigliere regionale – chi ha usato il Partito o continua ad usarlo, lontano dalla strada e chi invece la sinistra la costruisce ogni giorno, con i fatti, quelli veri, quelli che cambiano la vita delle persone. Poi se tutto questo accanimento è dovuto solo alla mortificazione che qualcuno ci stia provando, e in molti casi ci stia riuscendo allora è un’altra cosa, ancora più triste se possibile”.
Sandra Antonica, ormai consigliere comunale in pectore, ha replicato vigorosamente alle dichiarazioni di Metallo attraverso una nota di cui pubblichiamo il testo integrale.
“Ho taciuto per mesi, nel rispetto del mio partito e nella assoluta volontà di non danneggiarne l’immagine pubblica in un delicato momento elettorale. Ma adesso è ora di parlare. CON ASSOLUTA CHIAREZZA.
Leggo stupefatta un post su fb del consigliere regionale Donato Metallo che sguaiatamente cerca di giustificare le vergognose foto ,apparse su tutta la stampa, in cui festeggia insieme ai più autorevoli esponenti della destra leghista pugliese la vittoria di Fabio Vergine, nuovo sindaco di Galatina.
Si intravede, anzi si VEDE, un irrefrenabile Consigliere regionale del PD, giore della vittoria del candidato suo “amico” dice, abbracciare e dare il cinque a tutta lo stato generale pugliese della lega presente a festeggiare il loro “legittimo” candidato” ( vi invito a leggere il comunicato ufficiale di Roberto Marti sull’analisi del voto).Cosa ancora più grave, già al primo turno, il consigliere in questione, è stato l’ideatore ed il fautore materiale di una lista civica a favore del candidato sindaco Vergine, mentre i militanti e compagni del PD di Galatina, con enormi sacrifici, presentavano la lista ufficiale del Partito Democratico, autorizzati dal Segretario Regionale, dal Segretario Provinciale e dal Commissario per il congresso Francesco Boccia.
Tutti e tre, tra l’altro, presenti in iniziative pubbliche a sostegno della lista del pd nella campagna elettorale appena trascorsa. Tutto questo, probabilmente, è passato inosservato al giovane erede di Berlinguer di casa nostra, forse troppo impegnato da un lato a massacrare pubblicamente il Presidente Emiliano sulla nomina Assessorile di Palese, dall’altro a tramare con i vertici della Lega per garantire la loro vittoria nella terza città del Salento, arrogandosi anche il diritto di giudicare legittima una scelta politica sulla base di ragioni “strettamente personali”. Praticamente uno “statista”. Perchè così si descrive nella sua narrazione, il ragazzo di provincia tutto pane, politica e sudore.
A me, che il pane me lo sono dovuto guadagnare facendo tutti i lavori più umili per mantenermi all’università, che a 23 anni ho dovuto affrontare da sola un mutuo gigantesco per aprire la mia attività professionale, beh a questa narrazione mi viene spontaneo rispondere con una sonora pernacchia. La stessa che ho fatto a coloro, amici miei fraterni, che più di un anno fa si sono recati a casa mia per chiedermi di sostenere la candidatura alle regionali di questo giovane ragazzo.
Ho detto di no, adducendo motivazioni che a me parevano dirimenti nella scelta della rappresentanza politica e istituzionale di un partito come il nostro. Ma l’ho fatto a casa mia, con persone care e fidate. Non mi sono mai permessa in nessuna assemblea pubblica e di partito di denigrare un candidato. Né a Galatina, né a Racale, né in nessuna altra parte del globo. Perché conosco il valore della MIA comunità politica, che ho sempre difeso con le unghie e con i denti, anche sbattendo contro un muro e rompendomeli tutti. Ma a testa alta. Sempre. E posso perdere le elezioni, prendermi bastonate nei fianchi, cadere e rialzarmi mille volte altre.
Ma sono e sarò sempre la Sandra, quella che quando il partito chiama, risponde. Altri invece, evidentemente, del partito ne fanno solo un trampolino di lancio. Poi non è cosi importante se lo si dileggia con atteggiamenti pubblici sconcertanti. Prossimo giro, prossima corsa. Non è così? A questo eroe del “pragmatismo” politico mi sento solo di dedicare un’ultima riflessione: anzi no. Basta solo un’altra sonora pernacchia”.