Il Sedile

Bronek Pankiewicz, Movimento Nuovo : “Serrande chiuse e panche vuote, continua il degrado e l’agonia del mercato coperto di Settelacquare. Occorre rilancio”

Politica/di Bronek Pankiewicz

Lecce – Il presidente di Movimento Nuovo, Bronek Pankiewicz lancia l’ennesimo grido di allarme sulla situazione di crisi delle vendite e sulla desertificazione dell’area del mercato coperto.

Pankiewicz ha affermato : “Movimento Nuovo è al fianco dei commercianti e dei cittadini leccesi per sensibilizzare l’Amministrazione comunale e indurla a promuovere nuove opportunità di rilancio del  mercato coperto di Lecce nella zona di Settelacquare, dove attualmente regnano desolazione e sconforto , dove molti box commerciali hanno tristemente le serrande abbassate e dove anche molti banchi destinati alla vendita  dei prodotti ortofrutticoli sono anch’essi vuoti.”

“Il problema della “desertificazione” economica e commerciale della struttura – prosegue Bronek Pankiewicz – permane in tutta la sua drammaticità e costituisce un danno non solo per gli operatori del mercato coperto, ma per tutti i cittadini leccesi, considerato il ruolo di calmiere dei prezzi che esso storicamente svolge, e, perché no, anche di luogo di aggregazione sociale. Il mercato coperto di Settelacquare sta inesorabilmente scomparendo nell’indifferenza delle Istituzioni, di tanto in tanto interrotta da qualche roboante promessa senza alcun seguito di qualche amministratore comunale. Il mercato coperto è un pezzo di storia e di cultura leccese. Ci sono attività tramandate di generazione in generazione, di padre in figlio. Ora, purtroppo, questa catena si sta spezzando.”

“Nella riunione di Movimento Nuovo di ieri sera abbiamo ipotizzato diverse proposte per cambiare e migliorare la situazione – spiega il presidente Pankiewicz – Innanzitutto va migliorato lo stato della struttura. Investire sui mercati comunali è importante, e aree come Settelacquare dovrebbero essere costantemente manutenute e percepite dai cittadini come spazi puliti, decorosi, nei quali fare la spesa è un’esperienza piacevole. I servizi attualmente presenti, invece, lasciano molto a desiderare : bagni fatiscenti, pavimenti con tombini rotti, il verde esterno tenuto malissimo. D’estate fa un caldo insopportabile con un effetto serra accentuato dal fatto che qualcuno dei mega ventilatori issati al tetto sono rotti da anni, mentre in inverno la pioggia si insinua all’interno della struttura. A frequentare il mercato di Settelacquare inoltre siamo rimasti in pochi intimi, anche perché servirebbero  trasporti pubblici adeguati con una strategia di raccordo tra il centro e la periferia.”

 “E ancora – afferma Pankiewicz – occorrono più attrazioni, servizi che possano attirare gente. Quindi pensavamo che si potrebbe allargare ad altri settori merceologici. Si potrebbe provare a far venire qui alcuni commercianti dell’abbigliamento, delle scarpe e dell’artigianato, che già espongono al mercato bisettimanale. Così come si potrebbe aprire all’enogastronomia, per rendere più vivo e attrattivo Settelacquare. Chi viene qui, anche turisti, perché no, potrebbe fare la spesa, ma anche mangiare un panino o un piatto tipico leccese. Inoltre, si potrebbe destinare qualche box, ora chiuso, ad uffici comunali distaccati, in modo che a Settelacquare si possa andare anche per sbrigare pratiche burocratiche o per ritirare certificati anagrafici. Nel mercato esiste già  anche una postazione dei vigili urbani ormai chiusa. In molte città italiane i mercati sono dei luoghi vivi, vissuti da tante persone, compresi i turisti.”

“Rassegnati e abbandonati  si sentono gli operatori commerciali del mercato di Settelacquare – conclude Pankiewicz – Più in generale si registra un senso di precarietà che si respira in ogni angolo. Una situazione che si trascina avanti da troppo tempo e che non trova soluzione. Ci vuole un rilancio, ci vuole una scossa da parte dell’Amministrazione comunale per ridare linfa e speranza al mercato  coperto di Settelacquare , la chiazza cuperta un pezzo di storia che deve ritornare nel cuore dei cittadini leccesi, anche senza la tettoia Liberty.”

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