Rubriche/ PensieriParole/ di Piero D’Errico

La sera poi ci trovavamo tutti lì, in quella immensa sala di quell’immenso albergo fuori città.
Congressisti e vacanzieri sdraiati su poltrone sparse qua e là a raccontare della giornata, a parlare, conoscerci, incontrarci.
Non mancò mai quella famiglia, padre, madre e due figli, un maschio e una femmina più o meno della stessa età, più o meno vicini alla maggiore età.
Avevamo fatto amicizia, loro venivano da un paesino di montagna, avevano un negozio sempre pieno di turisti, ed erano venuti a “trovare il mare”.
Insomma ci raccontavamo della nostra vita e lei, la ragazza soprattutto, ci raccontava della sua, divisa tra scuola e oratorio, sempre presa a preparare canti, recite e balli da donare alla sua comunità. Divisa ogni giorno tra il catechismo e il suo altruismo.
A nessuno era sfuggito il fatto che quella ragazza alle undici e mezza in punto, se stava parlando concludeva velocemente, si allontanava per una decina di minuti e poi tornava e ricominciava da dove aveva lasciato.
Fu in una delle ultime sere di nostra permanenza, che uno di noi chiese alla ragazza perché ogni sera al solito orario si allontanava e poi tornava dopo un po’.
Do’ la buonanotte a Gesù” rispose la ragazza.
Do’ la buonanotte al mio migliore amico. Lo faccio tutte le sere, lo faccio da sempre alla stessa ora”.
Restammo a lungo in silenzio quasi increduli. Era credente, era praticante, era molto intelligente.
Era mattina e ancora molto presto, eravamo già sul pullman che ci portava in stazione, il congresso era finito, da lì ognuno avrebbe preso la propria strada,
avrebbe ripreso la propria vita.
Quando quella ragazza si accorse del pullman che partiva, si precipitò sul piazzale, girò intorno al pullman da una parte e dall’altra, salutandoci.
Buongiorno a tutti voi” ci disse battendosi la mano destra al cuore, poi alzando gli occhi al cielo mormorò: “Buongiorno a te Gesù” e a Lui ci affidò.
Di quel congresso mi rimase poco, il tempo e gli eventi cancellarono ogni cosa, fecero vecchia ogni cosa, lontana ogni cosa.
Ma quella ragazza così giovane e allegra, così diversa, mi rimase dentro il cuore per sempre, e ancora oggi che sono già passati tanti anni, quasi una “vita”, mi capita di ricordarla spesso e molto spesso le sera prima di dormire, nel bellissimo pensiero che ho di lei, mi capita di copiare quel meraviglioso insegnamento e pronunciare dentro di me quelle stupende parole: “buonanotte Gesù”.
Ed è come se stessi dando la buonanotte a mio padre, o a mia madre, o a mio figlio. Come se stessi dando la buonanotte ad un amico, al “mio migliore amico”.