La targa collocata sulla facciata ovest dell’ex Liceo P. Colonna costò 18.000 lire e fu opera dello scultore Mario Sabatelli
Cronaca/ Galatina/ di Rosanna Verter
Dal 1923 che i nomi dei giovani caduti liceali e quelli dei loro professori, sono incisi su marmo, nella facciata ovest di quello che oggi è il Palazzo della Cultura, ma che per anni ha accolto fra le sue aule i giovani studenti del Liceo Colonna. Solo in pochi erano a conoscenza di questa lapide, e ho fortemente voluto, in occasione della commemorazione dell’Unità d’Italia dello scorso anno, proporre al primo cittadino la deposizione di una corona d’alloro anche davanti a quella lapide che ricorda il loro sacrificio.
Entusiasta, il Sig. Sindaco, condivise la mia idea e con la collaborazione della Dirigente Scolastica del Liceo Classico e di un gruppo di studenti, ricordammo per la prima volta questi eroi di Galatina e dei comuni vicinori.
Per chi volesse rileggere l’avvenimento: https://www.ilsedile.it/galatina-una-solenne-e-partecipata-cerimonia-per-onorare-i-caduti-in-guerra/#more-3256
La targa, fù opera dello scultore Mario Sabatelli, costò al corpo insegnante 18.000 £ e in essa è rappresentato un giovane Ateneo caduto mentre il genio della Patria ne solleva il capo. Accanto un ferito bacia il vessillo della Nazione e davanti a tutti un uomo giura vendetta e fedeltà nell’immortale vita del genio della Patria.
Il prof. Nicola Matera, Preside dell’istituto, dettò l’epigrafe:
ATENE E ROMA
MAESTRE DI LIBERTA’
L’ODIO IN NOI ACCESERO CONTRO I TIRANNI
IL PENSIERO DEI FILOSOFI LA VOCE DEI POETI IL SANGUE DEI MARTIRI
EDUCARONO LE MENTI E I CUORI NOSTRI
AL CULTO DELLA PATRIA
ITALIA AVANTI TUTTO ITALIA SU TUTTO
IN QUESTE AULE SCOLASTICHE SOGNAMMO E SEGUIMMO
NEL TRIONFALE CAMMINO SEGNATO DAI FATI
PER LEI
SUI CAMPI DELL’ONORE
SANTAMENTE COMPIMMO IL SUPREMO SACRIFIZIO
PER LEI
DALLE FREDDE ZOLLE OVE NUDE GIACCIONO LE NOSTRE OSSA
PACE FECONDA
DI SAPIENZA DI AMORE E DI VIRTU’
DI LAVORO DI LIBERTA’ E DI GLORIA
ORA E NEI SECOLI CHIEDIAMO ANELANTI
ALLE VENTURE GENERAZIONI
Il giorno deciso per la commemorazione, il 24 maggio 1923, giunse la salma del prof. Giuseppe Panico, primo capitano morto a Monacizzo nei pressi di Taranto. Ad attenderlo, sul piazzale della stazione ferroviaria tra un folto pubblico, c’erano il prof. Luigi Tondi, del Regio Ginnasio, e l’avvocato Luigi Calabrese, ex alunno del Panico, che parlarono in nome di tutto il corpo insegnante. Alle ore 11.00 esatte, al suono della Marcia Reale, alla presenza delle autorità civili e militari, delle famiglie dei caduti, mentre gli alunni delle scuole elementari cantavano inni patriottici, venne scoperta la targa.
Nel suo discorso il prof. Candido, Preside del Regio Liceo Colonna disse:
“Cittadini, compiono oggi otto anni dalla entrata dell’Italia nella guerra mondiale che finisce col nostro Vittorio Veneto, tutto nostro, da noi voluto! Questa data – dico il 24 maggio 1915 – segna il principio della vittoria degli alleati sugli imperi centrali scomparsi; e quando lo storico onesto assegnerà a ciascuna nazione la parte che essa ebbe nella grande guerra, scriverà ‘sulle mura di bronzo della storia che non comportano brutture’ che come l’Italia – colla sua neutralità – aveva salvato dallo schiacciamento i futuri alleati, così entrando in guerra il 24 maggio 1915 – dopo il disastro di Görlice – ne assicurò la vittoria – ripeto – a Vittorio Veneto, nostro, da noi voluto. È su uno di questi altari che oggi noi consacriamo i nomi dei professori e dei giovani che appartennero al nostro istituto che è, come fu e come sarà sempre e prima di ogni cosa e soprattutto sorgente di culto per l’Italia nostra. Ed è a titolo di gloria imperitura, alla presenza del popolo e delle autorità scopro questo altare, e compio il sacro dovere di leggere i nomi che su di esso sono eternati”.
Passa a leggere i 33 nomi dei caduti e per ognuno di essi traccia un breve profilo biografico e che proporremo in altra sede:
Capitano Panico Giuseppe, Capitano Bardoscia Alberto, Tenente medico Gorgoni Nicola, Tenente medico Scupola Luigi da Specchia, Basurto Felice di Racale, Tenente Venturi Giuseppe, Sottotenente Leante Ernesto, Sottotenente Villani Gaetano, Sottotenente Albanese Antonio, Sottotenente Congedo Pantaleo, Sottotenente Arditi Eugenio, Sergente Magg. Capani Antonio, Caporale Antonaci Pompilio, Soldato Scarcella Ferdinando, Soldato Vallone Liborio, Soldato Duma Castese, Greco Francesco, Ferrarese Giuseppe Alfredo, Tenente medico Frigino Domenico, Aspirante medico Rizzelli Ippazio, Tenente Giaccari Francesco da Ruffano, Tenente De Filippo Alfredo da Matino, Sottotenente Tundo Giuseppe, Sottotenente Marzo Luigi, Sottotenente Tondi Tommaso, Sottotenente Maniglio Vincenzo, Sottotenente Pedaci Angelo, aspirante medico Micheli Vincenzo, Notaro Antonio, Sergente Magg. De Vito Giuseppe, Caporale Martines Carlo, Angelelli Ludovico Paolo, Tanza Domenico.
“I monumenti, le lapidi sono i segni tangibili della riconoscenza nazionale, sono una lezione continua per i presenti e per quelli che verranno; le commemorazioni, con tutti i discorsi e gli anni alati che in esse sogliono ripetersi sono l’illustrazione di quanto quella parte tangibile vuol dire, vuol significare… innalziamo ricordi marmorei, ed esterniamo – come facciamo oggi- tutta la nostra riconoscenza a questi eroi. Ma se tutto si dovesse ridurre a questi segni materiali ed a cantare le lodi, la glorificazione di essi sarebbe non solo incompleta ma vuota. Ciò che dà valore a tutte queste manifestazioni di amore, di ammirazione, di riconoscenza, è la nostra opera che vuol essere, che dev’essere una continuazione di quella grande, sublime che questi eroi compivano quando s’immolavano per l’Italia, per questa Patria…”
Auspica infine, che il mondo ritorni alla pace e che tutti i popoli affratellati possano lavorare per il bene comune e ognuno abbia nel mondo il posto che merita. Un parlare il suo quanto mai attuale.
A seguire intervennero il R. Provveditore agli Studi di Lecce, Cav. Orazio Buonvino, il Sindaco Dr. Vito Vallone, l’alunna del 3° corso liceale Fortunata Tondi, lo studente Carlo Cesari, in nome della scuola e l’avv. Carlo Pedaci per le famiglie dei caduti.