“La politica oltre che descritta va praticata”
Lettere/ di Andrea Coccioli
Caro Alessandro Martines e cari …..“Caratteri Mobili”
Ho letto con molto interesse le vostre sollecitazioni giunte attraverso la rete e i media locali. Ed è interessante e stimolante sapere di poter contare, per Galatina, su un gruppo nutrito di persone giovani che immaginano “quale idea di Città adottare? come concretizzarla? attraverso quale modello di governance? attraverso quale strategia di gestione e di attrazione di risorse, materiali ed immateriali?”.
Tutto molto interessante, ma poi la politica è fatta di decisioni da prendere e mediazione tra persone che vengono elette democraticamente da un popolo sovrano.
Ecco perché non basta, secondo il mio modesto parere, rimanere fermi ad immaginare scenari possibili, guardando alle pratiche virtuose di altre realtà, descrivendo le migliori esperienze realizzate da altre comunità. La politica oltre a descrivere come la si vorrebbe, va praticata, bisogna sempre di più entrare in contatto con chi la pratica giornalmente per creare consenso.
Bisogna confrontarsi con tutti gli attori protagonisti del voto alle elezioni amministrative e discutere qual è la scelta da compiere, talvolta anche impopolare perché limita la libertà di qualcuno nei suoi interessi personali. Quotidianamente è necessario decidere. Decidere dove impegnare le poche risorse disponibili o anche come recuperare i crediti.
Decidere di ristrutturare un teatro, di quali strade pavimentare, di ridare dignità abitativa alle scuole, di ristrutturare una casa popolare di proprietà del comune, decidere a chi far pagare l’asilo o il pasto alla mensa, come definire le politiche sociali, quale verde attrezzato risistemare, con quali soldi, quali servizi tagliare e quali potenziare, quale personale spostare tra gli uffici per rideterminare la pianta organica per rendere più efficiente l’amministrazione pubblica, come definire meglio il piano traffico, come ridare dignità agli spazi pubblici limitando la costruzione di gazebi (dehors), come rivitalizzare il centro storico senza mortificare le realtà commerciali che lo popolano, come riqualificare le periferie, come rendere gli uffici pubblici accessibili a tutti senza barriere, come riutilizzare un immobile pubblico.
Queste scelte vanno condivise, discusse ma poi bisogna decidere e chi sceglie è colui che viene eletto o delegato alle scelte. I tempi sono a volte determinati da bandi in scadenza, da contratti in scadenza o da urgenze e imprevisti.
Nessuno può definire a tavolino la classe dirigente. La classe politica dirigente dovrebbe venir fuori dalla partecipazione costante e continuativa alla vita politica di una comunità. E’ importantissimo ascoltare il contributo degli intellettuali che analizzano l’agire politico dei rappresentanti politici, ma poi è necessario candidare i propri rappresentanti e dare sostegno ad una visione di una Città che vuole migliorare per il benessere di tutti senza creare tensione sociale.
E’ vero, non è entusiasmante vedere sempre le stesse facce che si propongono a rappresentare una comunità, soprattutto quando sono palesi i possibili conflitti di interesse. Bisogna sostenere il cambiamento. Il cambiamento. E’ una parola che adoro. Ma il cambiamento di questo scenario dipende solo da noi, da come vogliamo passare dalle parole ai fatti. Perché come diceva qualcuno, tra il dire e il fare c’è di mezzo il fare.
Dipende da quanti siamo a rimboccarci le maniche e investire il nostro tempo e le nostre idee nel confronto e nell’incontro.
Per quanto mi riguarda, cogliere le sfide mi ha sempre entusiasmato. Io, forse perchè sono intriso di ottimismo, credo fortemente che, uniti da un collante che tenga fuori gli interessi e gli egoismi personali, si può innovare e favorire la rigenerazione della politica come giustamente voi auspicate. Sono certo che la vostra spinta innovatrice e le vostre idee