Il Sedile

Casa del Pellegrino: prorogati i termini per poter accedere ai finanziamenti regionali.

Presentazione dei progetti dalle ore 12.00 del 12 ottobre, ma focolai di rivolta pronti ad esplodere dalle parti di via Cavour.

Cronaca/ di Redazione

Galatina – Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, l’ex casa del Fascio, conosciuta anche come “Casa del Pellegrino” potrebbe trasformarsi in un alloggio sociale per persone adulte in difficoltà e ciò grazie all’assegnazione di fondi regionali a soggetti pubblici e privati no profit per la realizzazione di nuove strutture e nuovi servizi sociali e sociosanitari in Puglia.

50 milioni di euro dei quali però solo 16 sono destinati per i soggetti pubblici (Comuni, ASL, ASP) i restanti 34 milioni sono destinati a soggetti privati . I progetti da cofinanziare con i fondi regionali sono tutti coperti dal FSC 2007-2013 dell’APQ “Benessere e Salute”

I termini per la presentazione dei progetti erano stati inizialmente fissati per il 26 settembre ma sono stati prorogati. In questi giorni, infatti, presso la regione Puglia vi è stato un importante e positivo confronto tra l’Assessore regionale al Welfare Salvatore Negro e la Commissione sanità e servizi sociali della Regione Puglia, su richiesta di un gruppo di consiglieri regionali, incontro teso a chiarire alcuni nodi dei due bandi.

Alla luce dei chiarimenti intervenuti l’Assessore Negro ha recepito la richiesta di una minima proroga ed ha stabilito  lo slittamento della data prevista per l’avvio della presentazione delle domande dal 26 settembre 2015 alle ore 12.00 a lunedì 12 ottobre .

La decisione dell’Amministrazione Comunale e la diffusione della notizia della potenziale destinazione dell’immobile non ha, però, mancato di sollevare perplessità e proteste tra i residenti ed alcuni gestori di attività commerciali di via Cavour. La domanda più frequente verte sul significato della definizione “persone adulte in difficoltà”. La preoccupazione è che con tale termine si intendano particolari categorie di persone segnate non tanto dal bisogno fisico o da particolari disagi economici come anziani, disabili etc. quanto di altre categorie di soggetti che dei servizi sociali e dell’assistenza pubblica sono clienti abituali per scelta di vita e per comodità e facilità di accesso grazie ad una omertosa connivenza spesso di natura politica.

Resta infine da capire, ci si chiede ancora, come mai un immobile, un vero e proprio gioiellino di alberghetto con 22 stanze ristrutturato per accogliere i pellegrini nell’anno del Giubileo, dato in gestione gratuita ventennale e restituito con 5 anni di anticipo al Comune dai frati del convento della basilica di S. Caterina, abbia bisogno di interventi di manutenzione straordinaria. Forse che i gestori dell’immobile si son dimenticati di dare una sistematina ai danni prodotti dal tempo e dall’uso dell’immobile prima di restituirlo al Comune? Forse che i nostri amministratori, si sono  “dimenticati” anche loro di pretendere detti interventi?

Di certo, afferma qualcuno di più lunga memoria, dopo aver pagato 24 mila euro l’anno un immobile di proprietà della Basilica di S. Caterina in via Carlo Alberto della Chiesa, avuto in affitto, e non a titolo gratuito come la casa del Pellegrino, per farne una scuola materna allorchè il Comune decise di risparmiare e trasferì la scuola materna in via Montecassino i frati non si dimenticarono di chiedere al Comune che fosse rimesso a nuovo il loro immobile.

 

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