Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico
L’ho rivisto dopo due anni, ne aveva uno, ora ne ha tre.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Quando ci dissero: “la scuola resterà chiusa” poco mancò che non si levasse un urlo di gioia da far sentire sino alla periferia della città.
Era abbastanza freddo, ma io ero sudato, bagnato e spaventato.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Avevo messo in fila tante coincidenze e tanti effetti collaterali.
L’epidemia era scoppiata quando la CINA si preparava a festeggiare il Capodanno.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Sono seduta sul divano, la TV spenta, ho paura di sentire, ho paura di vedere.
Di fronte a me la sorella più grande, quasi otto anni di differenza, in mezzo agli otto anni, mio fratello.
Sono incasinata tra scuola e “virus” in un anno scolastico già finito.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Vedere strade vuote e nessuno in giro, essere circondato dal rumore del silenzio, spaventa.
Ti prende un po’ la malinconia, ti scende un po’ di nostalgia.
Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico
Sembrava come la fine del mondo, come se se non ci dovesse essere più un domani,
come se non dovesse più fare alba.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Lui aveva la fortuna di poter lavorare da casa. Lei no, non poteva, ma se anche avesse potuto, forse non l’avrebbe mai fatto.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Non furono pochi a pensare che era un modo naturale del COSMO per regolare il suo equilibrio, le sue regole stravolte.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
In quel periodo di grande tristezza, furono tante le storie belle, storie d’amore, di amicizia, di paura.
Rubriche/pensieriParole/di Piero D’Errico
Mia amatissima mamma,
sei seduta sul letto in questo mite pomeriggio d’inverno, sfiorata da
quello spicchio di sole che entra dalla finestra, si sdraia sulla parete
davanti a te e ti fa compagnia.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
“Sono stato tutta la vita e sono, cito: un ciccia bomba cannoniere, un panzone,
un trippone, una palla di lardo. Una volta un ragazzo mi gridò:
Sensi mi fai senso.
“Fui io che lo feci arrivare in Francia, e quella volta feci la cosa più giusta che potevo fare”.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Quando lo vidi in stazione ad aspettarmi, aveva quel giubbino, la
camicia e le scarpe usate, che io gli avevo dato.
Aveva i jeans nuovi che sempre io gli avevo regalato.
“Anche quest’anno ce le semo levate da e palle”.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Abbiamo mangiato e bevuto, ci siamo messi in fila in un interminabile
trenino, abbiamo ballato, cantato Last Christmas a squarciagola, abbiamo
esagerato e forse divertiti.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Comprerà in una traversa della via della moda, un cappotto 100% cashmere
elegante e raffinato.
Lo abbinerà a vestito, camicia e cravatta e per ultimo a scarpe morbide e di
vernice.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico.
Ci ritrovammo quasi tutti in quella Chiesa gelida e triste, tra le foglie cadenti
di un autunno che stava per lasciarci.
C’eravamo lasciati ragazzi, mentre attraversavamo gli anni più belli della
nostra vita e ci ritrovavamo in quell’età numericamente catalogata come la
“terza” o quasi.
Rubriche/PensieriParole/ di Piero D’Errico.
Avevo poco più di dieci anni e tanta difficoltà a imparare a memoria le poesie.
Quella canzone invece la conoscevo tutta a memoria, dalla prima all’ ultima parola per le volte che l’ascoltavo in radio e soprattutto per le volte che la sentivo cantare da mia madre.
Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico
Comunista, questo si.
Comunista a prescindere, senza se e senza ma, come si era allora.
Mai un dubbio, mai un ripensamento.
Quando si dice: comunista per sempre.
Però ho cambiato il finale del racconto.
Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico
I segnali c’erano tutti, troppa differenza, troppi punti di vista diversi.
E lui che si era accorto da un po’ aspettava, aspettava tristemente la
fine che sarebbe arrivata prima o poi.
Rubriche/ParoliPensieri/di Piero D’Errico
Io non so se tra le lettere del nome c’era anche una “acca”, penso di si.
Ma con la “mutina” o senza, la storia non sarebbe cambiata.
Lei invece, aveva uno straordinario istinto materno, dove c’era lei
c’erano sempre bambini e correva sempre in aiuto di tutte le sue amiche
che nel frattempo diventavano “madri”.
Rubriche/PensieriParole/di Veronica Romano
La straordinaria grandezza dei nonni l’avevo capita da un po’, quello che non avevo ancora capito o non avevo voluto capire, era il mettere in conto il fatto che prima o poi perderli, sarebbe successo.
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