Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma,
Inflazione elevata e clima di incertezza influenzano i consumi delle famiglie salentine ma con effetti positivi sulla bilancia commerciale per la provincia di Lecce.
Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma,
Inflazione elevata e clima di incertezza influenzano i consumi delle famiglie salentine ma con effetti positivi sulla bilancia commerciale per la provincia di Lecce.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
La Puglia che è al terzo posto per reati ambientali a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere, spesso anche tombati e incendiati, pari al 10% delle infrazioni accertate sul totale nazionale.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
Con il caro prezzi che costringe i cittadini a spendere il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione, crescono del 15% gli acquisti di comunità con la nuova frontiera dei gruppi di acquisto di condominio, una formula più smart di fare la spesa che si è affiancata ai gruppi di acquisto solidale.
Rubriche/di Davide Stasi
Effetto bonus edilizi sulle compravendite residenziali in provincia di Lecce. Il numero delle transazioni immobiliari cresce ancora, sostenuto dagli incentivi fiscali. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dal data analyst Davide Stasi.
Rubriche/di Davide Stasi
Oltre mezzo milione di pugliesi ha effettuato, a proprie spese, interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Più precisamente sono stati 567.299 i contribuenti residenti in Puglia a fruire degli incentivi fiscali.
È quanto emerge dal nuovo studio condotto dal data analyst, Davide Stasi, che ha elaborato i dati relativi alle dichiarazioni trasmesse dai pugliesi all’Agenzia delle entrate. L’analisi prende in esame ogni aliquota di detrazione – dal 36 al 110 per cento – introdotta al fine di favorire i lavori di recupero del patrimonio immobiliare.
I pugliesi hanno portato in detrazione ben 372 milioni 752mila euro, con la dichiarazione dei redditi 2022. La media è di 657 euro. I bonus continuano a rilanciare l’edilizia e a stimolare la crescita del Prodotto interno lordo (Pil), seppur in misura inferiore rispetto all’anno passato, a causa della continua revisione del quadro normativo, modificato più volte dai numerosi provvedimenti emanati. Nel complesso, però, sono notevolmente aumentati i lavori in casa o in condominio nel corso degli ultimi due anni.
In particolare, le detrazioni per le spese di recupero del patrimonio edilizio ammontano a 320 milioni 308mila euro (per una media di 699 euro) a cui si aggiungono quelle per gli interventi finalizzati al risparmio energetico pari a 52 milioni 444mila euro (per una media di 479 euro).
«Gli interventi – spiega Davide Stasi – hanno riguardato, principalmente, gli edifici costruiti nel decennio 1970-1980; a seguire, quelli del decennio 1980-1990. Dunque, ci sono meno nuove costruzioni, ma più ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il comparto edile cerca di mettersi alle spalle la lunga crisi iniziata nel biennio 2011-2012. Il calcolo – aggiunge Stasi – tiene conto dell’ammontare complessivo delle detrazioni che si riferiscono agli interventi in corso e a quelli degli anni precedenti incentivati dalla forte spinta rappresentata dai bonus recentemente introdotti: su tutti il Bonus facciate (con detrazione al 90 per cento, poi sceso al 60 e da quest’anno abolito) in vigore dal primo gennaio 2020 e il superbonus (con detrazione al 110 per cento, poi sceso al 90) in vigore dal primo luglio 2020. Nell’anno d’imposta 2015, ad esempio, i contribuenti che hanno effettuato interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica erano 380.567 per un ammontare complessivo di 190 milioni 742 mila euro. Un ammontare, dunque, di poco superiore alla metà di quanto portato in detrazione l’anno scorso».
Una parte dei lavori, però, è comunque rimasta fuori dall’ultima dichiarazione dei redditi. In tanti, infatti, hanno optato per la cessione del credito e lo sconto in fattura, soprattutto per quanto concerne il Bonus facciate e il superbonus. «C’è alla base una ragione molto semplice dietro questa scelta – prosegue Stasi – Per molti contribuenti l’imposta da versare all’erario risultava insufficiente per utilizzare in pieno le detrazioni. Non parliamo, poi, degli incapienti o di coloro che non possono detrarre nulla come i contribuenti in regime forfetario. Come sappiamo, il superbonus con aliquota al 110 per cento si traduce in un ammontare molto rilevante di sconti fiscali. Per molti contribuenti, allora, l’unica alternativa è stata la cessione del credito della quale non si trova traccia nelle dichiarazioni. Si spiega, probabilmente, anche così l’intervento del Parlamento nella legge di conversione del decreto Cessioni (decreto-legge numero 11 del 2023): con questo provvedimento è stata data la possibilità ai contribuenti di utilizzare in dieci anni le detrazioni di superbonus. Con dieci rate annuali, infatti, potrà utilizzare la maxi-detrazione una platea molto più ampia rispetto alla rateizzazione in quattro rate che era un’opzione introdotta da gennaio del 2022».
Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma
Sono 1.221.890 in Puglia i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro lordi annui interessati dal taglio del cuneo fiscale-contributivo previsto dal decreto Lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri del primo maggio scorso. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio economico Aforisma, diretto da Davide Stasi.
Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma
Aumentano gli occupati mentre diminuiscono i disoccupati e gli inattivi in Puglia. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio economico Aforisma, diretto da Davide Stasi.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
Cresce il numero degli alberi nelle città capoluogo della Puglia con un aumento del 24%, ma sono ancora pochi per contrastare l’inquinamento ambientale e i cambiamenti climatici dagli effetti sempre più dirompenti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat sull’ambiente urbano aggiornati al 2021 relativi alle città capoluogo.
Rubriche/di Davide Stasi data analist Osservatorio Aforisma
Addio superbonus. Se è pur vero che non sono stati cancellati i bonus fiscali edilizi, l’iniziativa del Governo non consente più di cedere i crediti o applicare lo sconto in fattura (decreto-legge 11/2023).
Cantieri quasi ovunque fermi ma all’orizzonte c’è la direttiva europea (Epbd).
Rubriche/di Davide Stasi
Cantieri quasi ovunque fermi e mercato dei crediti congelato anche in Puglia. Sono circa 500 i milioni di euro in cerca di acquirenti solo in Puglia, secondo una stima prudenziale fornita dal data analyst Davide Stasi.
Per lavori privati superiori a € 516.000 le aziende dovranno essere in possesso dell’attestazione Soa.
Rubriche/di Davide Stasi
Sarà un anno nero per l’edilizia. I lavori di riqualificazione energetica degli immobili sono ormai da tempo stretti in un «collo di bottiglia». È quanto emerge da uno studio condotto dal data analyst Davide Stasi.
Più imprese: con 4.356 nuove iscrizioni, a fronte di 3.211 cancellazioni, il saldo è di 1.145 attività in più.
Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma,
È un trend che si sta consolidando sempre di più per ridurre le tasse e non mettere a rischio il proprio patrimonio personale.
Rubriche/di Davide Stasi
Il cappotto termico è stato il principale intervento di riqualificazione energetica in Puglia per fruire del superbonus. Altri committenti, invece, hanno optato per i sistemi ibridi di ultima generazione. La sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale rappresenta, infatti, l’altro intervento trainante.
Rubriche/di Davide Stasi
Aumenta la voglia di casa meno energivora per ridurre i consumi ma anche per adeguarsi alle future direttive Ue. La bozza di compromesso prevede che gli edifici raggiungano almeno la classe energetica «E» entro il 2030 e quella «D» entro il 2033.
A Lecce e provincia, ci sono 182.533 immobili in classe G, 140.930 in classe F e 79.566 in classe E. Vale a dire sono ben 403.029 i fabbricati che potrebbero essere interessati dalle direttive Ue. Rappresentano il 78 per cento del totale degli immobili a destinazione residenziale. Ce ne sono in tutto 520.038 in categoria catastale A. «Giova ricordare – sottolinea il data analyst Davide Stasi – che la variazione dello stock di unità immobiliari nel Salento, come nel resto d’Italia, può dipendere da almeno tre fattori: nuove costruzioni; frazionamenti o fusioni di unità immobiliari esistenti; rettifiche dovute a censimento di unità immobiliari già esistenti, accertamenti, correzione di errori.
Le classi energetiche più performanti – spiega Stasi – sono le A4, A3, A2, A1 alle quali si assegnano un valore molto alto, seguite poi dalle classi B, C, D, E, F e, per ultima, la classe G a cui viene attribuito il punteggio più basso. Dalle stime, tenendo anche conto degli attestati di prestazione energetica (Ape) presentati in tanti anni, si evince che il 35 per cento si trova in classe energetica G, la più bassa. Significa abitare in un appartamento che comporta inevitabilmente un notevole consumo di energia e bollette più onerose – rileva il data analyst – Per fare un semplice paragone, uno stesso immobile di classe A che consuma 12 kilowattora (kWh) annui al metro quadro, in classe G comporterebbe un consumo annuo di ben 210 kilowattora (kWh) al metro quadro.
Inoltre, la spesa non incide solo sul bilancio familiare ma anche sull’impatto ambientale. Ecco perché il Governo ha introdotto negli ultimi anni delle agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici».Seguono gli immobili in classe energetica F. Rappresentano il 27,1 per cento e «hanno impianti obsoleti, che solitamente risalgono agli anni Settanta-Ottanta, poco isolamento e un insieme di altri fattori che fanno trascorrere estati calde ed inverni rigidi, anche a causa dell’umidità».
Via via, decrescono le quote degli immobili: il 15,3 per cento si trova in «classe energetica E»; l’8,7 per cento si trova in «classe energetica D»; il 3,9 per cento si trova in «classe energetica C»; il 2 per cento si trova in «classe energetica B»; 1,5 per cento si trova in «classe energetica A 1»; 1,1 per cento si trova in «classe energetica A2»; 1,3 per cento si trova in «classe energetica A3» e il 4 si trova in «classe energetica A4».«Siamo, dunque, ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030 – fa notare Stasi – Per agevolare il processo di transizione energetica immobiliare e rispettare gli ambiziosi obiettivi comunitari, considerato che la gran parte del patrimonio immobiliare si colloca ancora nelle ultime tre classi energetiche, è necessario consolidare politiche governative attive orientate a rendere strutturali i bonus fiscali e agevolare l’accesso al Superbonus, eliminando i limiti attuali per la cessione del credito, ponendo fine, in tal modo, alla confusione generata dai continui interventi normativi. Iniziano sì a migliorare le prestazioni energetiche delle abitazioni, ma con un andamento troppo a rilento.
Gli attestati di prestazione energetica (Ape) redatti per le case che si trovano nelle classi più basse o intermedie stanno progressivamente diminuendo, mentre stanno aumentando, ma sempre troppo lentamente, quelli delle classi energetiche superiori. Le misure di contenimento della pandemia e i vari lockdown hanno riportato d’attualità il tema della qualità della vita domestica, evidenziando i molteplici vantaggi se si vive in un’abitazione efficiente e confortevole. Gli ultimi due anni rappresentano un periodo di importanti novità per la riqualificazione energetica degli edifici: è stato introdotto, ad esempio, l’incentivo del Superbonus 110 per cento, ma non solo. La spinta verso la riqualificazione energetica degli edifici è stata una contromisura grazie alla quale il Governo è riuscito a contenere gli effetti della crisi economica sulle imprese edili, innescati dalla pandemia. Per diversi mesi, infatti, le principali attività inerenti al settore immobiliare erano ferme».
La certificazione energetica è richiesta in caso di compravendita, donazione di un immobile, locazione, pubblicazione di annunci di vendita o di affitto per poter determinare l’indice di prestazione energetica; edifici di nuova costruzione; ristrutturazioni quando i lavori interessano oltre il 25 per cento della superficie dell’involucro (pareti e tetti) dell’intero edificio; per usufruire del Superbonus e valutare il salto delle due classi; per l’Ecobonus e gli altri bonus legati all’efficientamento energetico; gli edifici pubblici ed aperti al pubblico, nonché per tutti i contratti nuovi o rinnovati per la gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici.
grafico – immobili per classe eneregtica – Lecce e provincia.jpg
Rubriche/di Osservatorio Economico Aforisma.
Prima la pandemia e poi il conflitto ucraino hanno trasformato i salentini in prudenti risparmiatori. Come formiche. Ancora di più di quanto già lo fossero.
Rubriche/di Coldiretti Puglia.
E’ ‘pesante’ in Puglia il conto del tour de force alimentare delle Feste che ha portato aumenti di peso fino a 2,5 chili per effetto del consumo di oltre 20mila chilocalorie dopo cenoni e pranzi di Natale e Capodanno.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
L’aumento inarrestabile dei prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari porta 8 consumatori su 10 (81%) a fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, evitando di farsi guidare troppo dalla molteplicità di stimoli che sono attivati nei punti vendita.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
Un pugliese su due che riceve la tredicesima quest’anno deve destinarla per la maggior parte al pagamento di bollette, mutui, rate e tasse come l’Imu in scadenza.
Rubriche/di Davide Stasi
Aumentano le esportazioni e le importazioni in Puglia e in provincia di Lecce. Ma il saldo è negativo in Puglia per 1,6 miliardi di euro (7,6 miliardi di export contro i 9,2 miliardi di import). Saldo positivo invece in provincia di Lecce per 43 milioni di euro (596 milioni di export contro i 553 milioni di import). È quanto emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, che ha elaborato ed analizzato l’andamento della bilancia commerciale.
E’ quanto emerge dal primo rapporto Coldiretti/Censis “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre”.
Rubriche/di Coldiretti Puglia
A causa del caro prezzi più di un italiano su due (52%) ha tagliato il cibo a tavola in quantità o in qualità, con un effetto dirompente che grava soprattutto sulle famiglie a basso reddito.
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