Associazioni e Frazioni hanno apertamente manifestato il proprio dissenso nei confronti dei vertici istituzionali locali.

caduti-in-guerraCronaca/ di Redazione

Galatina – La celebrazione della Festa dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate, meglio conosciuta come la Commemorazione dei Caduti di tutti le guerre, ha atteso che alla guida della città vi fosse un rappresentante del Governo più altolocato, un viceprefetto, perché la città vivesse momenti da collasso di coscienza nazionale.

Dal collasso al ricatto, o se vogliamo con termini meno crudi di mandata a quel paese, da parte dei rappresentanti delle Associazioni, il passo è stato breve affinché chi di dovere, con le buone o con le cattive, si convincesse nel prendere coscienza del ruolo e del significato della commemorazione del IV Novembre. Alla fine tutti scontenti  in modo particolare i cittadini delle frazioni che non hanno potuto avere neanche quel minimo sindacale di commemorazione per i propri caduti in guerra.

Veniamo ai fatti. Si sapeva che la manifestazione ci sarebbe stata ed anche che la stessa sarebbe stata fatta nella più stringente e (in questo caso, ma non soltanto questo) più ripugnante economia. Niente banda (anche se chi aveva ricevuto e preteso nei precedenti anni migliaia di euro avrebbe fatto il tutto per “miserrimi” 600 euro…misteri della fede): l’accompagnamento musicale sarebbe stato realizzato con una base musicale registrata. Niente effetti speciali, il tutto doveva essere contenuto in mille euro di spesa: corone, palchi, amplificazione compresa. L’idea ci sarebbe, al limite, anche piaciuta se in altri campi avessimo riscontrato criteri analoghi ma avendo constatato il contrario consentiteci, nello specifico, di aver usato il  termine “ripugnante”.

Ciò che maggiormente ha indignato è stata, però, la decisione di eliminare anche la celebrazione della S.S Messa dalla manifestazione, che peraltro era pure gratis. Però si sa: il tempo dei VIP è oro e quindi se si potesse risparmiare sul tempo sarebbe stato meglio.

A questo punto l’indignazione è esplosa ed è deflagrata in modo particolare tra le Associazioni che hanno minacciato il boicottaggio della cerimonia pubblica. Detto fatto hanno concordato in proprio, con le autorità religiose, una messa e dopo la sua celebrazione avrebbero tranquillamente raggiunto le loro case.

La minaccia, o se vogliamo il programma alternativo delle Associazioni, ha funzionato ed ha messo in agitazioni i vertici comunali che contavano molto, per l’effetto scenografico, proprio sulla presenza associazionistica e così  sono stati costretti a fare una piccola marcia indietro ed inserire la S.S Messa nel programma della manifestazione.

Naturalmente la disorganizzazione l’ha fatta in ogni caso da padrone perché sono esplose altre polemiche e discordie tra le Associazioni di ex Militari e la Protezione Civile per “diritti di prima fila e di rappresentatività”, tra le Frazioni ed i rappresentanti istituzionali per essere stati tenuti fuori e dimenticati da ogni forma di manifestazione ed infine per il caos organizzativo che ha contrassegnato tutta la manifestazione. In quest’ultimo caso, però, se non si tratta di concerti, la città è ormai ampiamente abituata.