Il Sedile

Chi ha paura delle Associazioni dei Consumatori?

Ma soprattutto perchè?

Cronaca/ di AssoConsum Lecce

Lecce – Tutto ha avuto inizio negli anni sessanta con il caso di Ralph Nader, giovane avvocato e giornalista americano che osò sfidare la General Motors affermando che le auto prodotte da questa azienda non erano sicure. Dopo varie vicissitudini, Nader costrinse l’azienda a porgere pubbliche scuse e ad aumentare i dispositivi di sicurezza delle auto prodotte. L’idea fondamentale era che i diritti del consumatore sono un’espressione dello spirito democratico o, in altre parole, come tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, così sono uguali di fronte al mercato.

Da allora ad oggi, la tutela del consumatore è stata riconosciuta in molti paesi ma in Italia sussistono molte resistenze.

Un esempio è la legge n. 244/2007 la quale stabilisce che gli Enti locali, in sede di stipula dei contratti di servizio, sono tenuti ad applicare particolari regole: carta della qualità dei servizi, consultazione con le Associazioni consumatori, monitoraggio di qualità, ecc.

La Carta dei servizi è un documento che ogni operatore è tenuto ad utilizzare per dare informazioni agli utenti sui servizi offerti, sui diritti e sugli obblighi discendenti dal rapporto contrattuale e sulla qualità che s’impegna a garantire agli utenti; la garanzia della qualità dei servizi pubblici è strettamente legata al costante miglioramento delle carte dei servizi.

Nel 2011, un’analisi commissionata dal Ministero dello Sviluppo Economico ha evidenziato che solo 13 regioni italiane su 20 hanno, in qualche modo, applicato il dettato della legge citata; in particolare in Puglia è risultato che circa il 50% dei 15 comuni monitorati ha previsto l’obbligo di redazione e pubblicizzazione da parte del soggetto gestore, della carta della qualità e dei servizi.

In una recente campagna di sensibilizzazione, tra la fine del 2014 ed il 2015, la sede locale di Asso Consum ha verificato che la maggior parte dei Comuni della Provincia di Lecce o non ha risposto o lo ha fatto manifestando una palese ignoranza della legge in questione.

La domanda sorge spontanea:

la mancata risposta delle amministrazioni è dovuta ad ignoranza (già grave di per sè) oppure ad una deliberata volontà di non far partecipare le associazioni (e quindi  gli utenti ed i consumatori) alla gestione della cosa pubblica?

O che altro ancora?

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