La saga delle proroghe, delle omissioni e… degli oltraggi passati e presenti alla logica.
Galatina – Avevamo lasciato la cronaca riguardante la gestione del servizio di manutenzione del verde cittadino al 15 novembre del 2017 con un tentativo di bando di gara annullato per cause che poco hanno a che fare con la logica. Una logica che dobbiamo purtroppo constatare sia ancora latitante.
Cominciamo come nelle favole. C’era una volta una società (Ambiente e Verde) a cui un sindaco nel 2012 assegnò la gestione della manutenzione del verde cittadino per circa 180.000 euro l’anno. Gli anni di gestione avrebbero dovuto essere tre, ma poi un po perché non era stato realizzato come da contratto il pozzo artesiano in piazza Alighieri, un po per altre strane “dimenticanze”, proroga dopo proroga si era giunti a decidere di dire basta a partire dal 15 novembre del 2017.
Cos’era successo nel passato? Era successo che con la Determina n. 1454 del 28 ottobre 2016 si era deciso, finalmente, di procedere con il bando di gara. Naturalmente dopo aver assegnato una nuova proroga ad “Ambiente e Verde” con il sottile distinguo che “il servizio è affidato alla stessa ditta Ambiente e Verde nelle more dell’espletamento della gara d’appalto e fino alla definizione della stessa procedura di gara”.
Succede però che successivamente all’atto del 2016 con cui era stato determinato di avviare la procedura di gara, la stessa viene lasciata languire sino ad ottobre del 2017. Poi improvvisamente si accorgono che “essendo trascorso del tempo dalla determina, al fine di attivare correttamente la nuova procedura in base alle nuove esigenze del patrimonio arboreo (?) è emersa la necessità di revisione del CSA approvato ed una verifica del quadro economico con integrazioni delle voci di prezzo“ e pertanto con decorrenza 15 novembre 2017 la ditta Ambiente e Verde cessa la sua lunga stagione di prorogatio.
Pensate che a seguire sia poi successo qualcosa nei fatti? Nulla, se non il permanere della volontà, quella è rimasta stabile, di volere continuare ad assegnare 180.000 euro per un servizio di cui tutto si è sempre detto tranne che bene.
Il 30 gennaio 2018, la dirigente dei lavori Pubblici, arch. Rita Taraschi, firma una determina avente per oggetto: ” Servizio di manutenzione ordinaria e programmata del verde pubblico per il periodo febbraio-maggio 2018. Nomina del RUP” .
Di grazia, direte voi (ed anche io), ma come si può fare una determina il 30 gennaio 2018 per metter in movimento tutto il meccanismo previsto dalla legge e pretendere di giungere all’assegnazione del servizio il 1° di febbraio? A parte l’individuazione del Rup per la qual funzione è stato scelto il geom Saverio Mengoli, in capo al RUP prima di giungere alla fase vera e propria della gara vi è da predisporre gli atti tecnici e tutti gli adempimenti previsti dalle disposizioni in materia di procedura di affidamento lavori.
Ora se il RUP non è Mandrake, e non abbiamo mai avuto segnali positivi in tal senso, ci può spiegare la dirigente Taraschi come pensava di riuscire a far partire il 1° febbraio il servizio?
Resta poi da chiedere, ma qui la domanda è ai politici, se si ritiene che sia assolutamente necessario spendere 180.000 euro l’anno per quello che è stato considerato da sempre un disservizio sia per la qualità del lavoro svolto che per la quantità dello stesso non essendo certamente la città sommersa nel verde fatta eccezione per quello sui marciapiedi.
Non sarebbe più semplice ed economico assumere alcune unità lavorative di Cat. C, con qualifica di operaio e far svolgere detto servizio per tutto l’anno e per otto ore al giorno? Un operaio ha per l’amministrazione un costo medio di circa 25.000 euro, oneri riflessi compresi. Quindi con 75.000 euro si possono assumere tre unità stabili con un risparmio di ben 105.000 euro l’anno rispetto alla gestione esterna per cui se anche una volta l’anno vi sarebbe da far eseguire la potatura degli alberi all’esterno, si può ragionevolmente pensare che il Comune possa in questa maniera beneficiare di un notevole risparmio annuo. Basterebbe razionalizzare (non solo rideterminare) il piano del fabbisogno di personale dell’Ente.
A compendio e ad integrazione del lavoro dei tre operai si potrebbe anche pensare al coinvolgimento della cittadinanza con iniziative del genere “adotta un’aiula” un “albero” un “monumento” etc. Per il resto, poi, ognuno dovrebbe fare il proprio dovere e far si che venga rispettato da tutti, indistintamente, anche con multe salate, tutto ciò che costituisce patrimonio della città.