Il Sedile

“Ci riconoscevamo dagli occhi”.

“Le maschere protettive ci permettevano soltanto quello”.

Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico

Pensavamo fosse tutto finito o quasi, di aver buttato tutto alle spalle, rimasto solo il ricordo di una brutta esperienza.

E invece no, siamo tornati al punto da cui eravamo partiti, tornati alla casella di partenza.
Succede a un tratto, che mentre in molti si esercitano a spiegare la “ripartenza” l’unica cosa che riparte è il VIRUS.

E ricomincia la paura, ricominciano quarantene e morti, la paura per le attività che non è bastata una vita ad avviare e che ora traballano, la paura per
il lavoro, per le difficoltà nel gestire la vita quotidiana.

E intanto si riaffacciano in TV tante facce di cui non avvertivamo la mancanza, di cui ci eravamo liberati.
Tante facce preoccupate che pontificano, che leggono le carte, con le loro verità e con i loro interessi.

Sono riprese le “apparizioni” e anche le raccomandazioni, ma è calato lo spirito di sopportazione delle stesse.
Sono stati in tanti a beneficiare politicamente di un “consenso da covid” ed ora è lo stesso covid che rischia di travolgerli, mentre tutto è avvolto da una
sospetta incapacità che rischia di mandarci tutti al massacro.

Nel frattempo si allenano in discorsi già sentiti che ci ripropongono come fossero nuovi, pieni di vecchie ricette con molti “stiamo facendo” o anche “faremo”.
E poi sono in tanti a far finta di fare qualcosa per non essere accusati di non fare nulla.

Il vaccino insegue il virus e la “scienza” insegue entrambi senza mai raggiungerli.
Continuiamo a lavarci le mani, a rispettare distanza e protocolli e a non sentirci per niente tranquillizzati dalla presenza di Dio.

Che poteva succedere di peggio nella “società dell’immagine” dall’indossare mascherine per coprire il volto, nascondere trucco e rossetto o nascondere un
bel sorriso. Sentirsi a metà, un po’ “banditi” e un po’ “bambini “.

Un domani, ne avrò da raccontare e sono sicuro che ad ogni mio racconto, ci sarà sempre un bimbo a chiedermi : “ ma come facevate e riconoscervi ?”.
E tra un sorriso, un ricordo e una lacrima:
“ CI RICONOSCEVAMO DAGLI OCCHI “.

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