Il Sedile

Ci sono donne in Italia che…

Da un’idea della delegata alle Pari Opportunità dell’ANCRI , M. Luisa Pettinelli, è nato un libro con 46 profili di donne. Del galatinese Luigi Vergaro quello di Samantha Cristoforetti.

Cronaca/di Rosanna Verter

Galatina – L’ANCRI è l’acronimo dell’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana e unisce persone che, pur provenienti da diverse esperienze professionali e da ogni dove, “con spirito di dedizione e disinteresse contribuiscono alla promozione e alla  salvaguardia della cultura, dell’ambiente, della biodiversità e della salute umana, promuovendo i settori della vita sociale inerenti alla famiglia, alla scuola, al lavoro ed allo sviluppo economico attraverso il proprio apporto personale  e professionale”.

I suoi membri, cavalieri di gran croce, grandi ufficiali, commendatori, ufficiali e cavalieri della Repubblica, sono legati dagli stessi ideali e si impegnano alla promozione di iniziative e di progetti per mantenere fede alla loro carta costituzionale. Tra i progetti realizzati di recente vi è un libro, nato da un’idea della delegata alle Pari Opportunità, il Cav. Maria Luisa Pettinelli, che ha poi curato e coordinato la raccolta di testi ed immagini.

Questo libro, nell’idea dell’associazione, non vuol essere un’opera specialistica, “un’opera letteraria,”  ma  un libro con un taglio semplice e leggibile e, allo stesso tempo, almeno io lo considero tale, un inno alla donna.  In effetti in questa raccolta si ripropongono all’attenzione del nostro tempo, all’attenzione di una società dei consumi a volte troppo iperacculturata, ritratti biografici di circa 46 donne, dico donne.

Forse avrebbero potuto essere di più; non conosco il criterio di selezione e/o di esclusione effettuato, ma per la prima volta sono state messe una a fianco all’altra, come un micro esercito, unite in pagine di vita. Da una veloce lettura nell’elenco compaiono, tra gli altri, nomi di donne famose;  elencarle tutte sarebbe troppo lungo, ma ne cito solo alcune: Marisa Bellisario, Valentina Vezzali, M. Pia Fanfani, Franca Viola, Renata Fonte, Maria Montessori, Oriana Fallaci, Luisa Spagnoli, Anita Garibaldi, Elena Marinucci, Samantha Cristoforetti…

Una carrellata di donne, di cui alcune hanno attraversato il “Secolo breve”, altre invece appartengono a questo secolo, le quali per cultura, fede ed estrazione anche politica hanno confermato la differenza e il divario di sempre tra Nord e Sud. Hanno fatto scelte di vita diverse, non tutte però hanno riscosso il medesimo successo: alcune hanno contribuito a tracciare un solco politico-culturale, altre hanno inventato nuovi modelli di vita, altre ancora sono state pescate,estrapolate dal silenzio della loro privacy, altre invece sono ricordate per aver scelto di vivere all’ombra di un uomo, magari molto importante, mantenendo fede alla missione primaria, alla cultura casalinga e molto più tradizionale, chiuse nel loro ruolo di eterne sacrificate.

Leggendo, quello che colpisce maggiormente è che, pur essendo un affresco a più voci, come direbbe qualcuno,  non ci sono firme prestigiose o conosciute, ma solo firme di soci neofiti, che hanno condiviso e supportato l’idea del Cav. M. Luisa. Gli uomini che hanno preso la penna in mano hanno tracciato con onestà intellettuale una testimonianza, dedicato un tenero ritratto a donne della porta accanto, donne che, nel silenzio delle mura domestiche e nel loro quotidiano, danno prova di coraggio, forza, tenacia e, soprattutto, di essere capaci di emozionarsi. Ma, al di là di ogni presupposto, appartengono a quello che è sempre stato per antonomasia il “sesso debole” (ma debole di che?);  donne che si sono messe in gioco, sul palco della vita,  che ci hanno messo la faccia, svelando quella cortina di silenzio che da sempre incombe sulla donna, contribuendo così,  nel loro piccolo, a dare una svolta a ruoli prettamente maschilizzati.

Tra i tanti ritratti tracciati vi è quello elaborato dal Cav. Luigi Vergaro, mio concittadino, dedicato al Cavalier di Gran Croce, nonché capitano pilota di caccia, Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA (Agenzia SpazialeEuropea), in forza all’Aeronautica Militare, che ha raggiunto la stazione spaziale a bordo del Soyuz russo per una missione di sei mesi dal nome “Futura”. Perché questa scelta? Luigi Vergaro l’ha associata, oltre che alla sua nobiltà d’animo, al carattere forte ed al suo spirito di sacrificio, ad una foto che l’astronauta  inviò dallo spazio il 24 gennaio del 2014.

Bene! Nella foto si vede il Paese e, in particolar modo, il nostro Salento, dove, nel lontano 2007, il capitano Cristoforetti, presso il 61° Stormo della Scuola Volo Basico Iniziale dell’Aeroporto di Galatina “F. Cesari”, 212° squadrone,  aveva completato l’addestramento “Introduction to Fighter Fundamentals”;  in essa affida ad un uccellino virtuale un messaggio che lascia tutti basiti, soprattutto i salentini. Scriveinfatti in inglese:

Hello beautiful Lecce! Can you spot the Italian Airforce Airport of Galatina, where i trained years ago?” (traduco, anche se non è necessario: “ Ciao, Stupenda Lecce! Riuscite a vedere l’aeroporto di Galatina dell’Italian Air Force dove mi sono addestrata anni fa?”

E’ un libro che sarebbe bello poter avere sui nostri scaffali, da leggere davanti alla fiamma coinvolgente del camino, ma purtroppo non è “destinato” alla commercializzazione!

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