Rubriche/di Prof. Luigi Mangia


Il 31 maggio del 1974, venivano approvati i decreti delegati, che cambiavano la scuola, in particolare cambiava lo stato giuridico degli insegnanti, entravano nella scuola i genitori e cambiava anche l’organizzazione e l’insegnamento didattico.

Gli anni 70 furono gli anni dei grandi cambiamenti sociali e culturali dell’Italia originati dai movimenti, in particolare studentesci, del 68. Oggi i giovani sono in un grande fermento, le scuole sono occupate, gli studenti sono in autogestione : studiano, progettano, si battono per un cambiamento radicale, a partire dalla crisi climatica per passare a quella del lavoro, della salute, delle città green accessibili, ricche di iniziative culturali.

Chiedono di essere ascoltati, si battono per far ascoltare gli scienziati. Sono delusi e si sentono offesi dalle risposte : invece di essere ascoltati ricevono manganellate, repressione, le forze dell’ordine nella scuola. I giovani non sono né addormentati, né distratti: sono svegli e sono preoccupati del loro futuro in pericolo esposto alla grande crisi mondiale con la maggior parte dei paesi in guerra, in particolare la porta d’Europa.

I giovani non devono essere costretti a stare in recinti di protezione, obbligati a subire un paternalismo in ritardo con il cambiamento sociale e culturale. I giovani al contrario hanno bisogno di libertà, chiedono di avere la nostra fiducia, dobbiamo lasciarli liberi di sognare. Sono passati cinquanta anni dai decreti delegati, ma la scuola è ancora in crisi, continua ad essere in ritardo e non è in grado di rispondere ai bisogni dei giovani che al contrario sono i protagonisti di una rivoluzione culturale e sociale.