Cronaca/di Coldiretti Puglia

La Puglia brucia con 6 incendi su 10 che sono colpa dell’uomo spesso all’opera con un vero e proprio disegno criminale per incenerire migliaia di ettari di boschi, campi e macchia mediterranea facendo salire il conto dei danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.

E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che diffonde la mappa del fuoco con i 10 comuni della provincia di Foggia più colpiti dai roghi, secondo i dati della Protezione Civile della Puglia, in relazione agli ultimi due gravi incendi a Chieuti e Sant’Agata di Puglia che hanno bruciato quasi 100 ettari boschi, campi e macchia mediterranea.

La provincia di Foggia è stata dilaniata da maggio a metà agosto – aggiunge Coldiretti Puglia – da 410 incendi che hanno interessato soprattutto il comune di San Giovanni Rotondo con 35 Roghi, Manfredonia 26, San Nicandro Garganico colpita da 25 incendi e il comune capoluogo Foggia con 21 roghi.

Nell’estate 2022, complice il caldo torrido e la stringente siccità – denuncia Coldiretti Puglia – i roghi che hanno interessato le colture agrarie sono stati 317, aumentati del 56% rispetto all’anno 2021, gli incendi boschivi sono stati 145 e i roghi che hanno interessato la macchia mediterranea sono stati 95.

In Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma – ricorda la Coldiretti regionale – la tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – continua la Coldiretti Puglia – sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa, con la siccità che taglia rese e raccolti.

Enorme lo sforzo di vigili del fuoco, protezione civile e delle forze dell’ordine per arginare le fiamme che interessano aree a volte vaste di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo, con soccorsi e interventi che raggiungono – aggiunge Coldiretti Puglia –  anche le zone più impervie per spegnere altri focolai, dove le fiamme mandano in fumo interi campi di grano, alberi, colture, un situazione angosciante aggravata dalla mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio.

Le conseguenze sono drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.

Per ricostituire aree e boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

Accanto a misure immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione è necessario coordinare tutti i soggetti coinvolti, la Regione, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica per una gestione unitaria del bilancio idrico perché è evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo visto che viene raccolto solo l’11% dell’acqua piovana e si potrebbe arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che si sta verificando anche quest’anno.

La tendenza alla tropicalizzazione – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

LA MAPPA DEL FUOCO IN PROVINCIA DI FOGGIA I 10 COMUNI PIÙ COLPITI
San Giovanni Rotondo35
Manfredonia26
San Nicandro Garganico25
Foggia21
Cagnano Varano19
Vieste19
Troia18
Ascoli Satriano17
San Marco in Lamis17
Lucera15

* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Protezione Civile della Puglia