Cronaca/di Coldiretti Puglia
La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un archivio utile a misurare e ad attestare il livello di legalità di un’impresa. L’importante è che non diventi uno strumento per controlli interforze in campagna proprio sulle aziende agricole che hanno scelto un percorso di trasparenza e di etica del lavoro”, è quanto ha dichiarato il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, all’incontro confrontato dalla Prefettura di Lecce sul lavoro stagionale in agricoltura.
“Determinante la stretta sulla semplificazione in materia di lavoro in agricoltura con la firma della bozza di Decreto interministeriale dei Ministeri della Salute e dell’Agricoltura con capofila il Ministero del Lavoro. Due le anticipazioni decisive – ha spiegato il presidente Cantele – che alleggeriscono tempi, costi e peso della burocrazia, le visite mediche che diventeranno biennali per i lavoratori agricoli e saranno fatte presso le ASL o gli enti bilaterali e la semplificazione degli adempimenti legati alla formazione, allentando costi e tempi, anche in considerazione dei tanti lavoratori stranieri stagionali impiegati nelle aziende agricole pugliesi”.
I contenuti della bozza di Decreto, alla cui definizione ha collaborato attivamente il responsabile nazionale Lavoro e Relazioni Sindacali di Coldiretti Magrini, è stato condivisa dal mondo delle imprese agricole e dai sindacati dei lavoratori ed è un grande passo avanti lungo il percorso di semplificazione e sussidiarietà necessarie a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi in Europa, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.
Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato, secondo quanto ha ribadito Coldiretti nel commentare positivamente l’approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agroalimentari e in particolare delle aste elettroniche a doppio ribasso.
Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera – denuncia Coldiretti Lecce – favorito anche da pratiche commerciali sleali, nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione.
Si aggravano così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore – dice Coldiretti Lecce – visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea.
Se nei passaggi della filiera venissero riconosciuti prezzi adeguati ai prodotti agricoli in campagna – insiste Coldiretti Lecce – le imprese agricole sarebbero disposte a pagare gli operai anche oltre quanto definito dal contratto provinciale del lavoro, perché c’è la profonda consapevolezza che vada garantita con ogni mezzo dignità del lavoro sia alle imprese agricole che ai lavoratori.
Intanto, continua ininterrotto il flusso dall’estero di prodotti agroalimentari in Italia e in Puglia, di cui sono sconosciute la qualità, le regole e soprattutto l’etica del lavoro, denuncia Coldiretti.
“Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori – ha insistito il presidente Cantele – con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi””.
Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è insieme alla trasparenza dell’informazione – aggiunge Coldiretti Lecce – ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita.
Intanto, continua il trend positivo del calo degli infortuni che in agricoltura in Puglia segna -11,16% dei casi denunciati, decisamente più alto anche del dato nazionale, segnala Coldiretti Lecce, con una riduzione delle denunce di infortunio in campagna da 2.831 del 2016 alle 2.515 del 2017 e sul fronte degli incidenti con esito mortale del 2,37% in provincia di Lecce.
“E’ il risultato del grande sforzo nell’ottica della formazione degli imprenditori agricoli, sempre più coscienti del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e della difficoltà di adempiere all’importante compito di tutelare ambiente e salute pubblica. Importante, però, che vengano avviati reali sistemi di prevenzione degli infortuni, superando inutili vincoli burocratici e sostenendo le imprese, anche grazie alle risorse dei Bandi INAIL che hanno messo a disposizione delle imprese agricole risorse a fondo perduto per rinnovare ed ammodernare il parco macchine attualmente in circolazione”, ha concluso il presidente Cantele.